Una fumeria di shaboo a S. Anna, arrestato il pusher foto

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di Roberto Salotti
E’ la prima volta che lo shaboo fa la sua “comparsa” a Lucca, eppure i suoi effetti sono micidiali: da un senso di appagamento ed eccitazione, in grado di togliere il sonno per 16 ore consecutive, questa droga sintetica conduce fino ad uno stato di apatia totale, anticamera della fase più pericolosa: quella dei disturbi caratteriali, della violenza e, più avanti, della deformazione fisica e della morte. Una metanfetamina, conosciuta come droga dei filippini, perché ha avuto la sua prima diffusione a Manila e da qui, nel resto del mondo, tra le comunità di asiatici.

A Lucca è arrivata per canali che la polizia sta ancora passando al setaccio, dopo l’arresto di Oliver Mananghaya Santos, un 37enne che, per gli investigatori della squadra mobile, gestiva una vera e propria fumeria di shaboo, nell’appartamento affittato dalla suocera in viale Puccini a Sant’Anna. Era lui, secondo gli agenti che hanno condotto l’indagine diretti dall’ispettore capo Roberto Femia, a piazzare la droga sul mercato al dettaglio lucchese, nel suo “covo” trasformato in un coffee shop in piena regola e dove gli acquirenti, dai 18 ai 40 anni circa, potevano consumare o acquistare lo stupefacente.
In Italia si contano pochi precedenti, tutti al Nord. A Lucca il filone di indagini che ha portato la polizia a smantellare lo smercio di shaboo – che ormai, tra gli acquirenti, era noto anche da fuori regione – è partito negli ultimi mesi da servizi di controllo ma soprattutto da segnalazioni di atteggiamenti violenti tra alcuni giovani della comunità filippina, che si è stabilità in città. Gli inquirenti si sono messi così sulle tracce di alcuni di loro, che avevano come caratteristica comune, oltre all’aggressività, anche la perdita di capelli e dei denti, uno degli effetti, devastanti, della droga sintetica.
In poco tempo, con pedinamenti e appostamenti, gli investigatori hanno concentrato l’attenzione sulla casa di Santos, monitorando un continuo via vai di persone con le stesse caratteristiche. Lentamente si è formata l’idea che anche in città fosse in circolazione quel genere di droga, fino alla certezza arrivata ieri mattina, quando la polizia ha fatto irruzione nella fumeria. Gli agenti si sono presentati in zona attorno alle 7 e hanno monitorato gli arrivi in quella casa fino alle 10, quando poi hanno suonato il campanello. Già 8 persone, la maggior parte molto giovani, si erano presentati al coffee shop.
Il blitz. Alla porta ha aperto una anziana signora che al momento è considerata estranea ai fatti. La donna, stupita di quella visita, ha fatto entrare i poliziotti. Intanto, Santos e altre due persone si erano chiusi a chiave in camera, ma non hanno avuto scampo. Gli agenti hanno sfondato la porta e scoperto la “fumeria” clandestina. Oltre all’arrestato, considerato l’organizzatore dello spaccio, c’era il suo presunto complice, un 37enne anche lui filippino, che è stato denunciato per spaccio di stupefacenti. La terza persona era un acquirente, arrivato a Lucca da fuori regione dopo aver saputo del “giro”. Per Santos, irregolare sul territorio italiano, sono state avviate anche le pratiche per l’espulsione.
Droga killer. La squadra mobile ha sequestrato 30 dosi della droga killer, pari a circa 30 grammi. Una polvere bianca venduta al dettaglio in dosi da 0,10 grammi al costo di 40-50 euro, realizzata con sostanze chimiche, facili da trovare e soprattutto legali, singolarmente, sul mercato. Ma lo stupefacente non veniva prodotto nell’appartamento di Sant’Anna: qui veniva soltanto smerciato e “inalato”. La droga veniva sistemata sopra della carta stagnola, riscaldata con degli accendini o delle bombolette da campeggio. I fumi venivano poi aspirati attraverso cannucce rudimentali, sequestrate insieme al resto del materiale per l’assunzione della droga.
Le indagini. E’ per questo che l’inchiesta della squadra mobile appare al momento tutt’altro che conclusa. Anzitutto, le successive indagini mireranno a stabilire se esiste un canale di produzione dello stupefacente in Lucchesia e dove si riforniva l’arrestato, lui stesso devastato dallo Shaboo, che gli ha deformato l’arcata dentale. Si cercherà poi di tracciare un identikit degli assuntori. Al momento non è accertato ma neanche escluso dagli acquirenti che la droga possa essere stata provata anche da lucchesi. I suoi effetti sono immediati, così come il senso di dipendenza.
D’altro canto è difficile anche da individuare: si tratta infatti di una droga sintetica praticamente inodore e venduta a dosi molto piccole, che vengono poi inalate o in qualche caso anche masticate per amplificare l’effetto dopo essersela fumata.
I primi effetti fisici prodotti dalla sostanza sono la perdita di capelli e di denti, poi, sul medio tempo (circa 6 mesi), lo Shaboo devasta anche i volti, mentre dal punto di vista psicologico le sue conseguenze sono ugualmente subdole: all’inizio dà una sensazione di piacere per poi inibire qualsiasi stimolo o sensazione. In un anno è in grado di indurre comportamenti violenti, ansia, paranoia e disturbi della personalità fino alla morte, in caso di un consumo assiduo.

 

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