Villa Collemandina, continua il braccio di ferro sullo spostamento dell’altare

“Resta fondamentale l’esigenza di elaborare progetti meditati, […], che riservino sempre la giusta attenzione tanto alle diverse componenti del caso (ad esempio la particolare rilevanza storica e artistica dell’edificio, il valore di singole suppellettili, le soluzioni relative agli impianti, ecc.), quanto all’armonica collocazione dell’intervento prospettato nel suo contesto architettonico, ambientale, socio-economico e culturale.” Questo è quanto viene sottolineato ne “L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica”, la nota pastorale che nel 1996 ha raccolto gli spunti emersi dal Concilio Vaticano II, in materia di rinnovamento delle chiese. Molte sono, secondo i cittadini, le incongruenze tra le indicazioni presentate dalla Cei e quanto sta invece accadendo a Villa Collemandina, dove, ricordiamo, il prete vuole far spostare in avanti l’altare della chiesa.

La comunità di Villa, in un incontro tenutosi nei locali comunali, ha redatto una lettera indirizzata all’arcivescovo, monsignor Italo Castellani e alla Sovrintendenza delle Belle Arti, nella quale riassume la propria posizione e mette in luce tutte le difficoltà di questa situazione. Con questa lettera, firmata dalla quasi unanimità dei partecipanti, la popolazione si è schierata, ancora una volta, a difesa del proprio altare, bene artistico unico e patrimonio di tutta la cittadinanza. La comunità ha anche ribadito la piena disponiblità nel partecipare al finanziamento per una nuova mensa eucaristica che possa inserirsi nell’architettura della chiesa in modo armonico e lasciare l’altro inalterato. Una delle contraddizioni più importanti che attraversa questa situazione riguarda la tensione che si respira attualmente nella piccola comunità di Villa Collemandina. Le proposte di rinnovamento del Concilio Vaticano II, come quella della sostituzione degli altari maggiori versus deum (quelli di quando la messa veniva detta in latino e il prete volgeva le spalle alla comunità) con altari versus populum, erano frutto della volontà di avvicinare e coinvolgere la comunità all’interno della celebrazione e della vita religiosa. Proprio in questo senso all’interno della nota pastorale viene segnalato che “il progetto accoglierà anche i suggerimenti della comunità dei fedeli, che saranno coinvolti sia nella fase di preparazione, sia in quella sperimentale del progetto. Tali suggerimenti sono preziosi perché provengono da chi conosce per lunga consuetudine l’ambiente liturgico e può valutarne più attentamente l’adeguamento.” L’opinione della comunità dei fedeli è che invece, in questo caso, nessuno la stia prendendo in considerazione. Poco da stupirsi allora se quest’altare sembra che si vada a collocare piuttosto che versus, contra populum.

 

Mirco Baldacci

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.