Industria, cresce il valore dell’export in provincia

Nel 2017 sono stati esportati beni e servizi per quasi 3,9 miliardi di euro da parte delle imprese della provincia di Lucca, un valore in crescita del +3,5% rispetto a quanto registrato nel corso del 2016, quando le vendite all’estero provinciali avevano fatto segnare un ripiegamento dopo il record storico raggiunto nel 2015.
In Toscana l’andamento delle esportazioni è risultato poco migliore (+4,2%), mentre a livello nazionale ha toccato il +7,4%, dovuto in larga misura all’incremento in valore delle vendite di prodotti petroliferi raffinati. Nel dettaglio regionale, si evidenziano incrementi a due cifre per Livorno, Siena e Grosseto, province con valori di export inferiori a Lucca, mentre solamente Massa Carrara e Arezzo fanno segnare diminuzioni.

La ripresa delle vendite all’estero provinciali nel 2017 è legata al positivo andamento di alcuni tra i principali settori produttivi locali, in particolare la nautica, la metallurgia e il cartario, mentre per la meccanica, il calzaturiero e il lapideo si sono registrate diminuzioni.
Questa in sintesi l’analisi dell’Ufficio Statistica della Camera di Commercio di Lucca sui dati sul commercio estero diffusi da Istat.
Anche nel 2017 la lenta ma progressiva ripresa dell’economia lucchese è passata dall’export, che si è confermata la componente più dinamica dell’economia provinciale, ma per una ripresa diffusa sembra mancare ancora un deciso rilancio del mercato interno.
“La ripresa delle vendite all’estero registrata nel 2017 – osserva Giorgio Bartoli, presidente della Camera di Commercio di Lucca – testimonia che l’economia provinciale sembra aver finalmente imboccato la strada della crescita. Le attuali incertezze circa le politiche protezionistiche ventilate dall’amministrazione statunitense rischiano però di frenare sul nascere la ripresa, in quanto a fare le spese di tali misure potrebbero essere sia le imprese che i consumatori”.
Il cartario ha segnato un incremento del +2,9%, confermandosi primo settore per vendite all’estero con 964 milioni di euro, grazie al deciso aumento nelle vendite di pasta da carta, carta e cartone (+8,6%) che ha più che compensato il lieve calo degli articoli in carta e cartone (-0,7%). La meccanica si è confermata secondo settore per export (706 milioni), nonostante la flessione del -5,5% nell’anno dovuta principalmente alla contrazione delle vendite all’estero di macchine per impieghi speciali (-12,3%). In decisa ripresa le vendite all’estero della cantieristica (575 milioni di euro), che nel 2017 sono cresciute del +23,1% recuperando la perdita subita nel 2016 (-27,4%); si tratta comunque di un andamento di difficile interpretazione in quanto legato alla fatturazione di commesse solitamente pluriennali. Il comparto alimentare (299 milioni) evidenzia invece una sostanziale stabilità (+0,3%) nonostante un lieve calo nelle vendite di olio di oliva, di semi ecc. (-2,5%); l’industria della fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione è cresciuta del +4,2% (242 milioni) mentre l’industria metallurgica (229 milioni) ha visto un incremento delle esportazioni del 36,9%, determinate dalla decisa ripresa del valore delle vendite di prodotti in rame (+41,4%). Crescono anche l’industria chimica (+15,3%, grazie al +18,1% della farmaceutica) e la gomma e plastica (+13,1%).
Permangono le difficoltà per il sistema moda: le vendite all’estero del cuoio e calzature (221 milioni) sono diminuite del -9,3%, mentre per il tessile e abbigliamento la flessione ha raggiunto il -10,5%.
Tornano infine a flettere anche le vendite all’estero dell’industria lapidea, del vetro e delle pietre estratte, scese a 187 milioni per un -3,4% rispetto al 2016 per il negativo andamento del lapideo (-11,4%; 131 milioni).
L’Europa si conferma la prima area di destinazione dell’export provinciale con 2.413 milioni di euro, in recupero del +7,1% rispetto al 2016: crescono in particolare gli scambi sia verso l’Area Ue28 (+6,4%; 2.095 mln) che verso i paesi non comunitari (+11,8%; 318 mln), con un forte incremento delle vendite di natanti e prodotti della metallurgia. Il discontinuo andamento delle commesse della nautica influenza la dinamica degli scambi verso il continente americano (-11,8%; 817 mln), con una forte flessione del mercato nordamericano (-30,9%; 414 mln), in parte controbilanciata da un’elevata crescita dell’America centro-meridionale (+23,1%; 403 mln). In lieve aumento le vendite verso l’Africa (+3,2%; 121 mln), mentre crescono significativamente le vendite verso l’Asia (+12,4%; 479 mln) e l’Oceania (+52,7%; 69 mln).
Le importazioni provinciali hanno registrato un andamento stagnante nel 2017, con un incremento limitato al +0,4% che ha portato a quota 1.896 milioni di euro il valore degli acquisti dall’estero nei dodici mesi. Per la Toscana la dinamica risulta migliore, con una crescita del +5,5%, mentre a livello nazionale il valore degli acquisti dall’estero è salito del +9,0%.
La stagnazione degli acquisti dall’estero provinciali risulta ancora determinato dal contrastante andamento di alcuni tra i principali settori di trasformazione dell’economia lucchese. In particolare il cartario (680 milioni di euro) ha segnato un incremento del +9,7%, determinato dalle tensioni presenti sul mercato della cellulosa (domanda asiatica crescente e fermo produttivo di alcuni impianti di produzione) che hanno portato a un pesante rincaro delle fibre. In crescita anche l’industria alimentare (276 milioni, in prevalenza olii), che ha incrementato gli acquisti del +16,5%, e la meccanica (144 milioni) salita del +12,1%. In lieve aumento anche gli acquisti dall’estero dell’industria chimica e farmaceutica (+0,6%), nonostante il calo della farmaceutica (-15,2%), del lapideo, vetro e pietre estratte (+4,7%) e dei prodotti agricoli, della caccia e della pesca (+14,4%), mentre l’industria del materiale elettrico e meccanica di precisione è rimasta stabile.
I settori che fanno invece registrare un calo delle importazioni provinciali sono l’industria metallurgica (127 milioni), in forte flessione (-29,6%), il cuoio e calzature (15,9%), il tessile e abbigliamento (-14,7%), la gomma e plastica (-8,8%) e la cantieristica che diminuisce gli acquisti dall’estero di oltre il 60%.
Gli acquisti dai paesi europei (1.277 mln) restano stazionari, malgrado un lieve calo per quelli non UE (-3,2%; 70 mln), mentre si registra un calo dell’import dall’America settentrionale (-5,3%; 156 mln) più che compensato dall’area centro-meridionale (+6,4%; 287 mln). In diminuzione gli acquisti dall’Asia (-5,8%; 137 mln), in crescita quelli da Africa e Oceania.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.