Snaitech, Fiom: “Azienda non vuole più applicare Ccnl”

Ancora novità nella vertenza Snaitech non proprio positive per i lavoratori. L’azienda, infatti, riferisce la Fiom Cgil, non sarebbe più intenzionata ad applicare il contratto nazionale dell’industria metalmeccanica.

“La Snaitech – riferisce Massimo Braccini, coordinatore nazionale per Fiom gruppo Snaitech – nell’incontro del 9 aprile (proprio due giorni prima del passaggio societario con Playtech) aveva annunciato di voler rinnovare il contratto integrativo per tutte le sedi in  Italia (fino ad oggi la contrattazione era stata fatta solo nelle sedi di Porcari) per poi passare all’applicazione per tutti i lavoratori del contratto nazionale del terziario, anche al fine di risparmiare sui costi. Abbiamo ritenuto la posizione aziendale assolutamente inaccettabile, sia nel merito che nella sostanza, nonché per ragioni politico/sindacali. Alla vigilia del un passaggio societario, evadendo al tavolo l’argomento, l’azienda ha inteso strumentalizzare la discussione in modo da evitare l’avvio di un vero negoziato sul rinnovo del contratto aziendale. È evidente il tentativo aziendale di provare a mettere all’angolo l’organizzazione sindacale più rappresentativa”.
“L’idea dell’azienda è probabilmente quella di un ritorno alle relazioni indietro nel tempo – prosegue Braccini – improntato ad un livello “artigianale”, che non ha niente a che vedere con un  ruppo che afferma di rilanciare e investire. Ci opporremo di fronte a qualsiasi tentativo di non vederci riconosciuto l’applicazione del legittimo contratto nazionale di lavoro, tanto più che è ancora in atto un ricorso da parte della Snaitech con l’Inps per il mancato riconoscimento degli ammortizzatori sociali dell’industria. Chiederemo al neoministro dello sviluppo economico e del lavoro di occuparsi di questo passaggio societario e di analizzare cosa può comportare visto che questa operazione rischia di spostare il baricentro dell’azienda all’estero e ad oggi non si intravede nessun piano industriale per il futuro, ma solo dichiarazioni di intenti”.
“Inoltre – conclude la nota – si rende necessario aprire una seria discussione sul futuro del gioco in Italia, visto che lo Stato trae da questo settore importanti entrate ed ha anche poteri di possibili interventi diretti in quanto le attività sono legate al rilascio di concessioni pubbliche. Il prossimo incontro con l’azienda è previsto per il 20 giugno, nel frattempo porteremo avanti varie iniziative sindacali”.

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