Mercatone Uno, accordo per il passaggio a Cosmo

Fumata bianca sul ’passaggio’ di proprietà, ma resta la preoccupazione per i dipendenti che non saranno ricollocati subito e per i quali si apre un periodo di cassa integrazione straordinaria a zero ore. Si conclude il percorso sulla cessione dei  68 punti vendita del gruppo Mercatone Uno in amministrazione  straordinaria. Ad una settimana dall’intesa raggiunta per il passaggio di 55 punti vendita alla Shernon Holding Srl e di 2019 dipendenti, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno  siglato a Bologna con le direzioni societarie di Mercatone Uno e Cosmo Spa l’accordo sulla cessione dei 13 negozi tra cui quelli di Altopascio e Lucca. Diversi nodi restano comunque ancora da sciogliere. Ed è per questo che è convocato già per lunedì prossimo (9 luglio) un incontro in Regione Toscana.

L’intesa contempla il trasferimento di complessivi 285 lavoratori che  passeranno alle dipendenze del marchio abruzzese di moda low cost attivo in Italia ed all’estero, in regime  di part-time a 24 ore settimanali. L’accordo sancisce un diritto di prelazione nelle future assunzioni riconosciuto ai lavoratori dei negozi oggetto di trasferimento esclusi dal passaggio. Cosmo Spa inserirà questa riserva tra le clausole contrattuali per la concessione  in regime di fitto delle superfici di vendita riferibili a licenze non costituenti il core business aziendale.
Per i dipendenti gli effetti saranno immediati. Secondo quanto spiegato infatti i dipendenti di Mercatone Uno non trasferiti saranno collocati in cigs a zero ore fino al prossimo 13 gennaio, data entro la quale avrà efficacia la cessione.
A entrare nel merito degli effetti dell’accordo per i negozi di Lucca e Altopascio, sono Massimo Dinelli della Filcams Cgil e Simone Pialli della Fiscascat Cisl: “L’intesa raggiunta – spiegano i due sindacalisti – ha permesso di innalzare il numero dei rapporti di lavoro che saranno trasferiti alla nuova società dalle 196 unità,su un totale di 566 previste,a 285, rispetto alla proposta iniziale formulata.
Nello specifico dichiarano i due sindacalisti il punto vendita di Lucca vedrà trasferire alla nuova azienda 23 dipendenti sui 15 iniziali mentre ad Altopascio passeranno 28 dipendenti a fronte dei 20 iniziali. I criteri di scelta saranno l’anzianità di servizio ed i carichi familiari e non quelli dicrezionali da parte dell’azienda come inizialmente preteso dagli stessi rappresentanti, che invece saranno considerati soltanto per le figure di tre referenti che sceglieranno attraverso colloqui da effettuarsi successivamente”.
“L’intesa – specificano meglio – prevede anche un diritto di prelazione, dei lavoratori che in prima battuta non sono rientrati nel passaggio qualora la Cosmo avesse necessità di assumere anche in caso di picchi temporanei di lavoro, o qualora la società dovesse cedere, in regime di affitto, parte della superfici di vendita dei negozi ad altre società per altri tipi di attività commerciali. Nell’attesa di essere ricollocati, i lavoratori rimasti fuori dal perimetro, per effetto del decreto ministeriale già in essere beneficeranno della cassa integrazione straordinaria fino al 13 gennaio 2019, mentre quelli trasferiti alla Cosmo a causa della chiusura per ristrutturazione dei negozi, beneficeranno dell’ ammortizzatore sociale fino alla data di riapertura con la nuova insegna. E’ un accordo che in buona parte ci soddisfa,concludono i sindacalisti, se si pensa come la Mercatone Business ormai fosse un’azienda praticamente fallita, nonostante non sia stato possibile in questa prima fase ricollocare tutto il personale dipendente. Non mancherà comunque l’impegno costante da parte nostra nel monitorare l’andamento delle attività, affinché anche chi oggi può contare soltanto sul reddito sociale, nel prossimo futuro possa ritrovare collocazione al lavoro che restituisca salario e dignità”. “Altra cosa importante – sottolineano per la Uiltucs di Lucca Massimiliano Bindocci e Giovanni Sgrò – in caso di future cessioni di aree di vendita o di partnership commerciali il 50% delle future assunzioni dovranno essere pescate dai non assunti che almeno fino a gennaio 2019 resteranno in Cassa integrazione. Dunque un passo avanti – proseguono i sindacalisti -, ma con molte esclusioni, resta anche la amarezza perché si è confidato molto sulle trattative nazionali e poco sulla mobilitazione locale, nonostante come uiltucs territoriale fossimo d’accordo, di fatto solo poche realtà si sono battute fino in fondo. Martedì ci sono le assemblee unitarie e poi faremo un’assistenza puntuale alle persone, lavorando anche perché le eventuali assunzioni future dirette o da partner diventino realtà ed in questo la politica locale può avere ancora un ruolo”.
Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice, “l’intesa raggiunta ha permesso di innalzare il numero dei rapporti di lavoro che saranno trasferiti alle dipendenze della società cessionaria dalle 196 unità previste dalla proposta di  acquisto vincolante già approvata dal ministero dello Sviluppo Economico a ben 285”. “Da qui in poi – ha aggiunto il sindacalista – è necessario concentrare le attenzioni non solo delle organizzazioni  sindacali ma anche delle amministrazioni locali e centrali competenti  per allestire soluzioni che consentano ai lavoratori non reimpiegati  nell’ambito degli asset ceduti di riposizionarsi nel mercato del lavoro. L’opzione dell’assegno di ricollocazione, a condizione che ci  siano le disponibilità da parte degli Enti regionali, potrebbe essere un istituto adatto a tale scopo”.
In Lucchesia, si mobilita il Comune di Altopascio. L’obiettivo è quello di ottenere garanzie per quanto riguarda i livelli occupazionali e capire quali siano i progetti di sviluppo della nuova proprietà. Anche il sindaco di Altopascio Sara D’Ambrosio, infatti, parteciperà all’incontro convocato in Regione con la nuova proprietà. Il primo cittadino chiederà specifiche garanzie per quanto riguarda i livelli occupazionali e aggiornamenti sui piani di sviluppo dello stabilimento, che può assumere un ruolo strategico viste le dimensioni e la posizione.
“La partita non è ancora chiusa – ha spiegato il primo cittadino di Altopascio -. Ci sono ancora alcuni nodi tecnici molto importanti da sciogliere. Vogliamo capire quali siano i piani di sviluppo della nuova proprietà, quali saranno le ricadute occupazionali e avere determinate garanzie su quale sarà il ruolo del sito di Altopascio che, vista la sua posizione a cavallo di tre province, può ricoprire un ruolo strategico. Da parte nostra confermiamo il massimo impegno per tutelare i posti di lavoro e la massima disponibilità al dialogo e al confronto con i lavoratori”.
All’incontro di lunedì il sindaco di Altopascio sarà accompagnato anche dall’assessore alle attività produttive Andrea Pellegrini e dal consigliere comunale con delega al lavoro Nicola Calandriello.
   

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