Dalle ferrovie ai cantieri, Lucca chiede più sicurezza

Accrescere la cultura della sicurezza, soprattutto in quelle imprese piccole e piccolissime e in quelle situazioni di precarietà dove la necessità di tutelare i lavoratori deve scontrarsi con budget ridotti. È questo l’elemento fondamentale emerso dal workshop Lavorare per vivere, giornata di riflessione e approfondimento sui temi della sicurezza sul luogo di lavoro tenutasi questa mattina (1 settembre) alla Camera di Commercio di Lucca. Sebbene i dati parlino di un trend di decrescita nel numero degli infortuni in provincia di Lucca, l’attenzione non può diminuire dato che si tratta ancora di numeri allarmanti. L‘ultimo dato disponibile dalla banca dati dell’Inail è del 2016 e parla infatti di 5.518 casi. Al netto di un numero di controlli che, tra Inail, Usl e altri enti preposti raggiunge le diverse migliaia ogni anno, i casi di infortunio anche grave sono ancora troppi. Inoltre, come sottolineato dal direttore della Cna di Lucca Stephano Tesi, il dato deve anche essere tarato sulla base del crollo del settore edile dove si registrava un numero significativo di infortuni.

La giornata è stata simbolicamente organizzata proprio nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Eugenio Viani e Antonio Pellegrini che persero la vita in un drammatico incidente sul lavoro cadendo da un cestello mentre stavano allestendo i lumini per la Luminara di Santa Croce. A seguito di quel tragico evento, fu istituita una Commissione comunale speciale mirata proprio ad indagare sui temi legati alla sicurezza nei luoghi di lavoro. La giornata di oggi voleva rappresentare simbolicamente la conclusione dei lavori della commissione che nei prossimi giorni presenterà anche una relazione molto dettagliata.
All’incontro, a cui erano presenti i familiari dei due operai, erano presenti anche il sindaco Tambellini oltre a diversi esponenti della maggioranza e dell’opposizione: l’assessore alla sicurezza Francesco Raspini e poi ancora gli assessori Ilaria Vietina, Valentina Mercanti e Serena Mammini, il presidente del Consiglio comunale Francesco Battistini, i consiglieri del Pd Gianni Giannini, Renato Bonturi, Silvia Del Greco, Roberto Guidotti, Enzo Giuntoli e Lucio Pagliaro, Maria Teresa Leone e Jacopo Massagli per Lucca civica, Francesco Lucarini per sinistra con Tambellini, Cristina Consani per Siamo Lucca e Fabio Barsanti per Casapound. Hanno preso la parola Sebastiano Mongioì, responsabile della sede Inail di Viareggio, Franco Becarelli responsabile dell’ufficio prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Valle del Serchio e Giacomo Barsocchi tecnico dell’Inail di Lucca. I tre hanno delineato un quadro che è in realtà lusinghiero per quanto riguarda la provincia di Lucca, anche se le criticità non mancano. In particolare, le maggiori problematiche si riscontrano non tanto nelle grandi realtà dove i processi legati alla sicurezza sono ben codificati e applicati con un certo rigore, quanto nelle attività imprenditoriali piccole e piccolissime, dove la consapevolezza dei rischi viene un po’ meno e dove si fa anche fatica ad individuare la figura del responsabile della sicurezza. Un aspetto, quello di una maggiore cultura della sicurezza sottolineato da tutti i relatori e anche dal sindaco Alessandro Tambellini.
Un invito a non abbassare la guardia anche per quanto riguarda invece il numero dei controlli in azienda è arrivato dal direttore di Cna Lucca Stephano Tesi che ha rilevato come, rispetto al passato, anche la presenza degli organi di controllo all’interno delle aziende sia sensibilmente diminuita. Tesi ha anche invitato la classe politica a fare la sua parte rinnovando i vari protocolli legati alla sicurezza.
Detto che le imprese in provincia di Lucca sono 46mila e che quindi per forza di cose i controlli non possono che essere fatti a campione, è inevitabile che i maggiori risultati si potranno raggiungere attraverso la sensibilizzazione. Un lavoro che partirà dalle scuole a breve, come ha annunciato il presidente della Commissione sicurezza sul lavoro Roberto Guidotti: “Dal nostro lavoro è emerso che c’è bisogno di migliorare la cultura della sicurezza e c’è bisogno di intervenire il prima possibile, quindi già nelle scuole. A breve faremo un progetto insieme alla Fabio Perini-Fosber dedicato alle scuole medie e superiori. Come è stato fatto presente questa mattina, le criticità maggiori emergono nelle piccole attività, dove i controlli sono più difficili, ed anche nell’hobbistica: molti infatti si infortunano facendo dei lavoretti a casa. Su questo abbiamo in cantiere una serie di progetti con l’associazione dei coltivatori volti proprio ad incidere su questo specifico aspetto. Un altro aspetto importante che abbiamo rilevato è la scarsa consapevolezza in tema di sicurezza: se nelle grandi aziende è facile trovare degli interlocutori, nelle piccole realtà e nelle attività commerciali si fa più fatica. Un altro aspetto molto difficile è quello legato alla precarietà del lavoro che di fatto porta le persone a non essere formate su questo tema o a sottovalutarlo”.
“La Commissione – aggiunge Guidotti – ha chiuso i propri lavori il 30 giugno ed ha redatto un documento con diverse indicazioni che vanno dalla sicurezza delle tratte ferroviarie alla sicurezza sui cantieri, negli appalti e la sicurezza stradale. Questo documento è stato frutto di un lavoro unitario della commissione: nonostante fossimo quattro consiglieri di maggioranza e quattro di opposizione siamo stati un fronte unito, con un obiettivo comune”.
Guidotti interviene anche per quanto riguarda l’aspetto dei controlli: “Si può sempre fare qualcosa di più ma l’Inail e l’Asl fanno già molto. Con loro abbiamo instaurato un ottimo rapporto: avremo con loro anche uno stand dentro i Comics per sensibilizzare ancora di più la città. Le leggi in tema di sicurezza in Italia ci sono e sono molto efficienti, basterebbe rispettarle per arrivare già ad un buon risultato”. 
A raccontare uno spaccato legato al mondo dei controlli sul lavoro è Giacomo Barsocchi dell’unità operativa territoriale dell’Inail di Lucca: “Noi ci occupiamo della prima verifica periodica delle attrezzature di sollevamento che è obbligatoria per legge, facciamo verifiche a campione degli impianti elettrici, messe in servizio e prime verifiche di impianti di riscaldamento e a pressione, collaudo delle valvole di sicurezza e molto altro. Mediamente ogni tecnico svolge circa 400 verifiche all’anno, a Lucca i tecnici sono 5: quindi si parla di circa 2000 controlli ogni anno”.
Ma com’è la situazione a Lucca? Ci sono delle criticità? “A Lucca in realtà la situazione è abbastanza buona da questo punto di vista, ci sono delle aree più a rischio come l’agricoltura e il vivaismo e il settore lapideo che però non è di nostra competenza – spiega Barsocchi -. Per quanto riguarda le criticità, il numero di tecnici attualmente in organico è adeguato, però siamo al limite: basterebbe perdere anche solo una persona per essere sotto organico ed andare un po’ in difficoltà. Quindi una criticità è sicuramente legata al turnover dal nostro punto di vista. In quest’ottica, l’inserimento di soggetti abilitati privati può rappresentare un aiuto anche se non va sottovalutato il fatto che un privato risponde sempre a logiche economiche e quindi potrebbe sempre essere soggetto a maggiori condizionamenti rispetto ad un ente pubblico indipendente”.

Luca Dal Poggetto

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