Confindustria: Cellulosa, costi mettono in ginocchio tissue

La galoppata del prezzo della cellulosa sul mercato mondiale è stata e rimane impetuosa: dall’inizio del 2017 la fibra lunga è aumentata del 52% e quella corta del 63%. Entrambe le tipologie sono utilizzate dalle imprese lucchesi del cartario, in particolare dal comparto della carta per uso domestico e igienico-sanitario (il cosiddetto tissue). L’impennata dei costi di queste materie prime investe il settore a livello nazionale: nelle province di Lucca e Pistoia, tuttavia, l’impatto è particolarmente significativo, vista l’alta concentrazione di produzione di tissue che copre il 65% della produzione italiana. Il consumo di cellulose nel territorio Lucca-Pistoia può essere stimato in oltre il 30% del totale nazionale (più di 1 milione di tonnellate sui 3,4 milioni impiegati dall’intero settore in Italia).

“La materia prima è una voce di costo molto rilevante per l’industria cartaria – spiega Tiziano Pieretti, presidente della sezione Carta e cartotecnica di Confindustria Toscana Nord -. Pertanto il forte aumento del prezzo della cellulosa pesa molto sui bilanci aziendali erodendone i margini. Le nostre imprese, con i loro investimenti nell’innovazione tecnologica e nel capitale umano, hanno saputo trovare un loro posizionamento di tutto rispetto a livello sia nazionale che internazionale. Tuttavia, in questo contesto, risulta estremamente difficile trovare misure per fare fronte efficacemente all’aggravio dei costi. Aggravio al quale contribuisce, peraltro, anche il gas metano, a sua volta aumentato considerevolmente di prezzo”. L’incremento del costo della cellulosa è dovuto a vari fattori. La domanda è aumentata, per lo sviluppo dell’industria cartaria in paesi come la Cina e per la crescente necessità di imballaggi (anche in conseguenza dello sviluppo dell’e-commerce) e di beni sostitutivi della plastica. L’offerta, viceversa, non è aumentata affatto, per i fermi programmati o accidentali di alcuni impianti e per problemi specifici (essenzialmente fattori climatici) che hanno impattato su alcuni produttori dei paesi scandinavi, assieme al Sudamerica i principali esportatori di cellulosa. A questo si aggiungono le conseguenze delle riorganizzazioni in atto sul mercato, con fusioni e movimenti societari dei fornitori che hanno inciso sulle normali dinamiche di produzione ed export della materia prima. “Quella che si sta verificando sulla cellulosa è una sorta di tempesta perfetta alimentata anche dal cambio euro/dollaro, valuta quest’ultima utilizzata per le transazioni commerciali nel settore – conclude Pieretti -. Confidiamo in nuovi equilibri dei mercati, ma nel frattempo occorre che i soggetti che a vario titolo hanno relazioni con le nostre aziende tengano conto di questa situazione, che ci penalizza fortemente. Le imprese lucchesi e pistoiesi della carta sono un patrimonio di tutti, per la qualità insostituibile dei loro prodotti e per la rilevanza che hanno nell’economia e nell’occupazione del territorio”. Le 250 imprese del distretto cartario occupano complessivamente 7.200 addetti (6.100 nella provincia di Lucca, 1.100 in quella di Pistoia); il valore della produzione è pari a 4 miliardi di euro, un quarto dei quali è rappresentato dall’export, che costituisce il 15% del totale italiano del settore. Gli ultimi dati Istat evidenziano un andamento particolarmente positivo delle esportazioni, che dopo un buon 2017 (+2,3%) hanno avuto un ulteriore consistente balzo nel 1° semestre 2018 (+11,3% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente).

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