Cgil Lucca, Rossano Rossi confermato segretario

Rossano Rossi è stato rieletto alla guida della Cgil provinciale di Lucca. Con 61 voti favorevoli e un solo contrario, Rossi proseguirà nell’incarico di segretario generale della confederazione assunto a giugno 2016. Confermata anche la segreteria composta da Mariarosaria Costabile e Fabrizio Simonetti.
L’elezione è giunta al termine del settimo congresso che la Cgil ha svolto al Real Collegio di Lucca lunedì (15 ottobre) e martedì.

Il segretario generale, durante la sua relazione, ha ribadito l’importanza della Confederazione all’interno del territorio: “Nella provincia di Lucca abbiamo esattamente 37205 iscritti, con una prevalenza di lavoratori attivi sui pensionati. Durante tutto il percorso congressuale a Lucca abbiamo effettuato 372 assemblee di base più circa 200 assemblee pre congressuali, dove ci siamo potuti confrontare direttamente con tanta gente”. La Cgil conta infatti a Lucca ben diciassette sedi e ricopre tutti i settori produttivi.
Prosegue con un’analisi generale, su scala mondiale, del contesto politico sociale in cui ci troviamo sottolineando il problema dell’insostenibilità ambientale di uno sviluppo sbagliato, delle guerre, delle disugugllianze e della grande crisi economomica. “E’ passata l’idea della fine della storia – ribadisce Rossano Rossi – che non ci fosse nessuna alternativa al libero mercato ed al capitalismo”. Alla luce di questo quadro polito e sociale, in mancanza di un’adeguata forza politica di sinistra che tuteli gli interessi dei lavoratori, la Cgil resta la grande forza sociale di sinistra: “La Cgil deve avere idee chiare su questo, perché noi siamo un sindacato antifascista e antirazzista”.
Le stesse scelte dell’attuale governo non rispondono, secondo Cgil, alle vere necessità del paese. “La flat tax non è altro che – insiste il segretario Rossi – un provvedimento per far pagare al milionario la stessa aliquota di chi milionario non è e che fa solo aumentare le ingiustizie nel nostro Paese”. Stessa considerazione per il reddito di cittadinanza che, per il sindacato, non è una misura di assicurazione per l’italiano che si trova in stato di disoccupazione, ma “è una misura coercitiva che non intacca ma anzi peggiora le condizioni dell’intero insieme dei lavoratori, disoccupati e non, e che discrimina sulla base della cittadinanza. Si parli allora di reddito di sudditanza più che di cittadinanza poiché sarà finanziato non dai ricchi operando una redistribuzione dei redditi e delle ricchezze, ma dagli altri lavoratori sempre più poveri che saranno costretti ad accettare anche le offerte di lavoro più indecorose per poterselo garantire”.
La relazione prosegue poi attraverso l’analisi del contesto socio-economico italiano: “L’Italia ha il terzo tasso di disoccupazione più alto di Europa, preceduta da Grecia (19,1 per cento) e Spagna (15,2 per cento). É bene sapere che la sbandierata ripresa occupazionale che si sarebbe dovuta determinare con il Jobs Act e il contratto a tutele crescenti non c’è stata. Sono aumentati i contratti a tempo determinato ed il lavoro precario in generale”. Tale precarietà ha portato ad un costante aumento delle morti sul lavoro che, dice Rossano Rossi, “sono omicidi del profitto ottenuto sulla pelle dei lavoratori. Nel nostro paese, la nuova occupazione, oltre che essere precaria, è occupazione povera. Infatti l’Italia rischia un nuovo primato negativo: quello dei lavoratori che lavorano e guadagnano ma sono ugualmente poveri. Il capro espiatorio di tale contesto sono ovviamente i migranti e nessuno si pone il problema di ribaltare quelle scelte politiche che fin ora hanno reso tale la situazione”.
Nella seconda parte della relazione viene mostrato il rilancio delle attività del sindacato sul territorio, in particolare nelle zone della Garfagnana e della Versilia.
In Garfagnana, il problema principale è quello dei trasporti e “le problematiche in materia di sanità, il ritardo su viabilità e trasporti e soprattutto la mancanza di un progetto che guardi al dopo crisi e alla necessità di un rilancio economico e sociale della valle impongono – cone sottolinea Rossi – un’attenzione particolare al territorio. Il tasso di disoccupazione sia giovanile sia femminile tra i più alti della provincia. Si ha la sensazione che sia da parte delle amministrazioni sia dalla Regione non venga effettuata alcuna decisione politica di prospettiva e sviluppo”.
Nella Versilia invece l’attenzione è posta sulla vicenda del porto viareggino verso la quale anche l’autorità portuale non manifesta alcuna degna posizione e nessun tipo di iniziativa. La zona è caratterizzata da tre settori economici prevalenti: turismo, cantieristica-nautica e lapideo. “Il turismo – dice il segretario generale – continua ad essere un settore fondamentale per questo territorio, ma è ancora troppo connotato dalla forte stagionalità e dall’ampio ricorso al lavoro precario e nero. In Versilia, forse più che altrove, pesa la mancanza di una comune politica di intervento attrattivo e gestionale dei settori. Il settore lapideo invece non va male e sono buone le relazioni sindacali, infatti nella nostra provincia abbiamo un buon contratto provinciale di settore, che stiamo andando ad aggiornare come previsto. Il settore nautico era in grande espansione fino al 2008, che poi ha risentito fortemente della crisi ma che da circa due anni dà segnali di forte ripresa. Basti pensare che nella top ten dei costruttori mondiali cinque sono di Viareggio”.
A conclusione vengono esposti gli assi di intervento della Cgil quali: pensioni, sanità pubblica, scuola pubblica, articolo 18, riduzione dell’orario di lavoro e questione salariale, rilancio del perimetro pubblico e qualità ambientalmente sostenibile dello sviluppo assieme ad un nuovo e rinnovato intervento pubblico in economia. “Sarà segretario o segretaria chi al meglio saprà interpretare dentro e fuori l’organizzazione – conclude Rossi – le scelte che collettivamente prenderemo e il nome che viene presentato ufficialmente come candidato del centro regolatore nazionale alla futura segreteria generale è quello del compagno Maurizio Landini, che rappresenta per l’organizzazione l’indicazione più coerente con gli obbiettivi indicati nel documento nazionale e per proseguire nel percorso di autonomia e mobilitazione che ci siamo dati”. Scelta condivisa anche da Rossano Rossi che, alla fine del del suo intervento, afferma: “Io penso che il compagno Landini abbia tutte le caratteristiche giuste per guidare la Cgil in questo mare aperto, sapendo che la forza della Cgil è nella sua unità e nel riconoscimento dei suoi pluralismi. Non un uomo solo al comando dunque, ma un gruppo dirigente in sintonia con la nostra base e capace di una gestione collegiale”.

Rebecca Del Carlo

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