Nuove tecnologie e un drone per misurare smog foto

Sei nuove centraline low cost per monitorare la qualità dell’aria a Capannori e nella Piana, una delle zone più critiche della Toscana. Partirà a gennaio il progetto Air Qulity il cui obiettivo è quello di misurare e monitorare in modo diffuso la qualità dell’aria attraverso nuove tecnologie. Il progetto, cofinanziato dal Comune di Capannori, dall’Istituto di fisiologia clinica e dall’istituto di biometeorologia del Cnr, dal Dipartimento di ricerca e traslazione delle nuove tecnologie dell’Università di Pisa e dall’Arpat, è stato presentato questa mattina (18 dicembre) in via del Popolo dov’è stata installata la centralina di rilevamento emissioni dell’Arpat. 

Il progetto prevede l’installazione di sei centraline low cost di piccole dimensioni, di cui cinque fisse in aree urbane, extraurbane e rurali ed una mobile che sarà fissata su un drone e che farà base all’Aeroporto di Tassignano, l’unica infrastruttura aeroportuale italiana abilitata all’utilizzo di questi particolari strumenti. Una delle centraline fisse, sarà collocata in prossimità della centralina Arpat di via del Popolo per verificare che i dati raccolti siano congrui rispetto a quanto rilevato da quest’ultima, dato che i due dispositivi utilizzano sistemi di taratura diversi. I dati saranno rilevati ogni due minuti e saranno visibili in tempo reale. 
Contrariamente alla centralina Arpat, queste piccole stazioni non rileveranno esclusivamente le emissioni di pm10 ma valuteranno lo stato della qualità dell’aria sulla base di un mix di fattori, in modo da acquisire informazioni precise sulla distribuzione dell’inquinamento atmosferico nello spazio: saranno in grado di misurare temperatura, umidità relativa, rumore, qualità del manto stradale, anidride carbonica, ozono, biossido di azoto, monossido di carbonio, pm2,5, pm10 e componenti organici volatili. Questo nuovo sistema servirà ad avere una mappatura più circostanziata della qualità dell’aria nelle varie zone del territorio del comune di Capannori.
Questo nuovo sistema, già testato al Polo Nord dai ricercatori del Cnr ha come obiettivo finale l’applicazione di una metodica innovativa low cost che si pone come supporto degli amministratori nel decidere quali azioni mettere in campo per migliorare la qualità dell’aria. 
“Oggi è un momento molto importante – commenta l’assessore all’ambiente di Capannori Matteo Francesconi -. Questo progetto arriva a conclusione di un percorso durato anni sulla qualità dell’aria. Sin dal 2014, dopo il nostro insediamento, con la sottoscrizione del Piano di azione comunale ci siamo sempre impegnati per potare avanti delle politiche sulla qualità dell’aria che non si limitassero solo al territorio comunale di Capannori ma che coinvolgessero tutta la piana. Il nostro è un territorio molto vasto ed eterogeneo che spazia da uno dei poli industriali più grandi d’Europa, ai paesi collinari immersi nella natura. Abbiamo cercato di lavorare per la riduzione dei tre principali fattori di inquinamento e cioè, il traffico, le emissioni delle aziende e le combustioni di bio masse. Si tratta però di un percorso pluriennale, i cui risultati si vedranno nel tempo”. 
“L’idea che abbiamo avuto con Andrea Berton del Cnr – conclude Francesconi – è stata di avere un quadro completo della qualità dell’aria nel nostro territorio grazie a più punti di rilevazione. Questa idea si è tradotta nelle centraline: si tratta di un progetto sperimentale che servirà in parte per capire la veridicità dei dati forniti dalla centralina dell’Arpat, ed in parte per avere ulteriori strumenti a supporto delle azioni da intraprendere per migliorare la qualità dell’aria”. 
“Queste piccole stazioni potrebbero dare molte informazioni utili su tutto il territorio – commenta invece Patrizia Andreini dell’Arpat -. C’è da dire che negli ultimi 10 anni c’è stata una continua riduzione delle emissioni, anche se la Piana rimane una delle zone maggiormente inquinate della Toscana. Questo in parte è anche dovuto a fattori climatici. Sarà molto interessante la verifica in parallelo dei dati: la nostra centralina è posizionata in una zona critica e rappresentativa del Comune ma, data la vastità del territorio, una mappatura più accurata è sicuramente interessante per Arpat”. 
I dati raccolti non si sostituiranno in nessun modo alla centralina dell’Arpat che, in virtù delle normative europee attualmente in vigore, rimane l’unica stazione di rilevamento “ufficiale” ma, come spiega Andrea Berton coordinatore del gruppo Fly&sense del Cnr di Pisa, saranno di supporto ed integrazione: “Le centraline hanno il valore aggiunto di essere trasportabili e, grazie all’utilizzo del drone potremo misurare la composizione dell’aria anche a diverse altitudini e non solo a quota zero. Vogliamo essere di supporto dal punto di vista scientifico tecnologico ma sarà l’Arpat a stabilire si i dati sono attendibili o meno. I valori rilevati saranno diversi: valuteremo nel tempo su cosa focalizzarci. Se questo progetto dovesse funzionare, l’idea è quello di estenderlo a tutta la Piana”.

 

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