Paperon dei Paperoni, l’antenato era un vescovo foto

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Non è solo un legame esteriore, legato al nome più che altisonante. Fonti dell’epoca, anzi, attesterebbero che l’antenato ‘in carne ed ossa’ del personaggio più ‘avaro’ della Disney fosse anche lui, a suo modo, un uomo molto geloso dei suoi averi. Stiamo parlando, ovviamente, di Paperon dei Paperoni che quest’anno compie 70 anni e che, nei giorni di Lucca Comics, è stato celebrato con iniziative e laboratori, soprattutto al Family Palace.

Ma è proprio mentre impazza la folla dei Comics, che spunta una ‘rivelazione’ che apre un nuovo spaccato sul conto di Paperon dei Paperoni e sull’origine di questo tanto singolare quanto amato personaggio. Sembra infatti che la sua figura sia ispirata ad un vescovo di Foligno, in carica alla guida della diocesi dal 1.265 al 1.285. La prima somiglianza è nel nome: si chiamava Paparonus De Paparonis l’alto prelato, già frate domenicano, che nel 1.285 venne nominato anche vescovo dell’antica diocesi di Spoleto. Di lui, tra l’altro si conserva anche un’immagine in un dipinto murale a tempera, risalente al 1.720 e che si trova nel museo diocesano del palazzo arcivescovile di Spoleto.
A svelare questo legame con il Paperon dei Paperoni della Disney è Stefania Nardicchi, conservatore del museo diocesano e vice direttore dell’Ufficio Bce dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia: “Fonti autorevoli – spiega Nardicchi – sostengono che il suo nome così particolare abbia ispirato il traduttore e sceneggiatore di fumetti Guido Martina, quando l’allora direttore di Topolino, Mario Gentilini, decise di introdurre in Italia il famoso personaggio creato nel 1947 da Carl Barks per Walt Disney, Uncle Scrooge McDuck”.
Ma chi era Paparonus De Paparonis? “Frate domenicano – spiega ancora Nardicchi -, fu vescovo di Foligno dal 1265 al 1285 anno in cui venne nominato vescovo dell’antica diocesi di Spoleto che resse fino al 1290. Il suo ritratto è stato commissionato dal vescovo Carlo Giacinto Lascaris, il quale intorno al 1720 decise di far scialbare i ritratti dei vescovi realizzati all’inizio del Seicento nel Salone dei Vescovi per ridipingerli secondo una ricostruzione storica e filologica più coerente”.

Paolo Linetti
Roberto Salotti

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