Cei (Idea Service): “Globalizzazione, la sfida si vince innovando”

Globalizzazione e progresso tecnologico accompagnano da sempre l’evoluzione e le sfide dell’uomo e dunque del tessuto economico. Ma oggi i paesi emergenti possono mettere in crisi le aziende tradizionali e l’Europa se esse non si adeguano. La sfida oggi, secondo Lido Cei di Idea Service Srl, si vince infatti con l’innovazione e gli investimenti tecnologici.

“Oggi – afferma – c’è una consapevolezza diffusa sugli effetti polarizzanti ( vincitori-vinti) della globalizzazione, molto meno su quelli più profondi della innovazione tecnologica che sta innescando un vero e proprio salto di qualità evoluzionistica. Questa breve premessa è utile per capire che tutto l’occidente sta attraversando un crocevia della storia appassionante ma difficilissimo che non può essere gestito con strumenti ordinari o peggio ancora, ignorare come è accaduto in Italia per molti anni. Da quando la Cina è entrata nelle organizzazioni mondiali del commercio l’Italia ha perso circa il 20% di base manufatturiera ma ha guadagnato oltre 140 miliardi di esportazione. Anche quest’anno il nostro export cresce dell’8%,il doppio di quello francese e più di quello tedesco”.
“L’anno scorso – prosegue Lido Cei – il governo ha varato strumenti finanziari e incentivi fiscali rivolti alla innovazione e agli investimenti tecnologici per circa 20 miliardi con ottimi risultati negli investimenti strumentali delle imprese italiane,con punte del 70% di incremento negli orinativi delle macchine utensili. Ma ancora più importante è la ritrovata spinta di tutto il sistema paese verso una nuova visione di politica industriale che trova la leva più qualificata nel piano nazionale industria 4.0 Quest’anno nella legge di stabilita a tutto quanto sopra verrà affiancato un credito d’imposta per 10 miliardi di euro dedicato alla formazione che rendono il piano italiano il più imponente d’europa. Quanto fatto in questi ultimi 2 anni sarà inutile se non si continuerà sulla medesima strada negli anni futuri e che richiederà un grande sforzo prima di tutto culturale a Imprese, lavoratori e pubblica amministrazione”.

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