Counseling biosistemico: non solo parola, non solo corpo

Il counseling biostemico integra uno strumento meraviglioso che tutti possediamo ma di cui tutti ci dimentichiamo purtroppo anche troppo spesso: il corpo. Ogni volta che viviamo un’emozione o proviamo un sentimento lo sperimentiamo dapprima col corpo, poi viene ‘codificato’ dalla mente e infine agito e/o verbalizzato.

Riuscire a integrare tutti gli elementi del nostro essere per poter elaborare il proprio vissuto e la propria storia scatena reazioni psicofisiche anche molto intense e sicuramente preziose per l’ascolto. Il corpo è un contenitore e comunicatore eccezionale, e il counseling biosistemico permette la sua espressione in un contesto guidato e protetto proprio per liberare blocchi o semplicemente per ‘educarsi’ a sentire e dialogare non solo attraverso la parola (e quindi il concetto ad esso associato) ma anche grazie al non verbale, al linguaggio potente ed antico non parlato.

Non solo parola, non solo corpo
Oltre a tutto questo ingranaggio di per sé perfetto (per quanto bisognoso di cure come tutte le macchine ad alta prestazione) il counseling biosistemico utilizza strumenti semplici ma altrettanto potenti. Vediamoli brevemente.
– Il disegno, la scultura. Grazie al tratto, al disegno, alla rappresentazione figurativa mossa dalla mano sia sul foglio che tridimensionalmente si possono esplorare aspetti anche molto profondi della persona ed analizzare il vissuto nell’ottica risolutiva e di percorso evolutivo.
– Tecniche di visualizzazione guidata. Anche chiamati metodi immaginativi, consentono veri e propri viaggi dentro sé stessi alla scoperta di sensazioni, ricordi, risposte. È un approccio molto rilassante ed alla portata di tutti, non richiede pressochè sforzo in quanto è sufficiente abbandonarsi, concentrarsi e seguire la voce del Counselor.
– Ascolto attivo. Ascoltare è una pratica ormai in decadenza: la nostra attenzione è costantemente polverizzata dal bombardamento di stimoli che subiamo ogni giorno da molteplici fonti diverse. A ciò si aggiunge anche una resistenza a calarsi nei panni dell’altro quando siamo troppo “presi” da noi stessi. L’ascolto attivo è empatico e soprattutto in totale assenza di giudizio. La verità del protagonista viene accolta nella sua purezza ed è egli stesso a stabilire l’intensità, il ritmo e la fattibilità del lavoro, sempre facilitato dal Counselor che è lì per assistere ed accompagnare.

Ogni giorno di più è necessario effettuare un lavoro profondo ed evolutivo su se stessi; imparare a conoscersi, ad accogliersi e migliorarsi è prioritario per il nostro benessere. Non possiamo essere felici se non ci amiamo, e imparare ad amarsi significa innanzitutto apprendere l’autoconoscenza per ciò che si è abbandonando le maschere, le sovrastrutture e le resistenze. Il counseling biosistemico è efficace nel lavoro individuale e di gruppo, nelle sessioni di coppia o familiare. Si tratta di un sistema di accompagnamento di percorso molto utile ed efficiente ed è alla portata di tutti. Si tratta in conclusione di scegliere se stessi, ovvero scegliere l’amore che dura tutta la vita.

Giulia Pagano
counselor biosistemica e facilitatrice Psych-k

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