Con “Mai così vicini” Rob Reiner fa il compitino

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Mai così vicini di Rob Reiner s’inserisce perfettamente nel filone delle commedie in cui ad innamorarsi sono persone di mezza età come nei recenti Tutto può succedere o E’ complicato. I protagonisti di questa pellicola sono Michael Douglas che interpreta il burbero ed insensibile Oren Little e Diane Keaton che invece interpreta Leah, una sensibile vedova che non riesce a cantare nei night club senza scoppiare a piangere. I due si odiano, ma l’obbligo di badare alla bambina del figlio di Oren, li avvicinerà così tanto da farli innamorare. L’affinità fra la Keaton e Douglas è evidente fin dall’inizio, i dialoghi fra loro sono divertenti ed estremamente intelligenti allo stesso tempo, questo amore/odio fra di loro rende impossibile per il pubblico allontanarsi dalla storia ed i 94 minuti di durata sembrano addirittura essere troppo pochi.

La cosa interessante di questo tipo di film è che le storie d’amore tendono ad essere più realistiche, più interessanti, le dinamiche sono più credibili, probabilmente perché i personaggi, essendo più anziani, devono, non si sa per quale preciso motivo, secondo copione essere anche più sagge e perciò più resistenti alle frecce di Cupido. Il personaggio interpretato da Douglas fa divertire e stupire il pubblico per tutto il film, basandosi sulla falsa riga di personaggi come Dr.House o il Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato o l’italiano Adriano Celentano ne Il bisbetico domato. Personaggio, il suo, dagli estremi caratteriali che non sembrerebbero essere conciliabili in una persona sola, come l’egoismo e la dolcezza oppure l’arroganza e la pazienza che lo rende affascinante, magnetico, impossibile da lasciare indifferenti. La Keaton invece è ancora molto affascinante, la sua interpretazione è ricca di smorfie come nelle sue caratteristiche, è puntuale nel rispondere alle provocazioni di Douglas ed è bravissima a trasmettere al pubblico il mondo che il suo personaggio contiene al suo interno.
Un appunto negativo sulla scelta delle inquadrature e delle location che possono risultare al pubblico un po’ ripetitive, senza mai stupire. Tre soli, infatti, i luoghi in cui si svolge la vicenda: gli appartementi dei due protagonisti, la casa in vendita di Oren e l’ufficio dove lavora sempre Oren. Probabilmente un po’ troppo poco per un film di questo genere.
In conclusione il voto è 7, un’ottima commedia, una buona regia, anche se niente di particolare per il regista che ha conquistato il pubblico con Harry ti presento Sally, ed un cast eccezionale che rende questo film un modo divertente ed intelligente per passare un’ora e mezza.

 

Damiano Baccetti

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