Assistenza domiciliare, il Tar ribalta la gara

Non dura nemmeno due mesi l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare diretta al Consorzio Costa Toscana che se l’era aggiudicato attraverso un bando dell’amministrazione comunale di Lucca. Quella aggiudicazione, infatti, è stata annullata dal Tar, che ha accolto il ricorso presentato dal Consorzio Zenit, arrivato secondo. Non solo: i giudici nella loro sentenza depositata oggi (5 maggio) rendono inefficace anche il contratto stipulato con l’aggiudicataria soltanto agli inizi del marzo scorso, dopo aver rilevato contraddittorietà nella presentazione dell’offerta e “l’insufficienza dei riscontri e delle valutazioni compiute in proposito dalla stazione appaltante”, ovvero del Comune, scrivono i giudici nel dispositivo della sentenza.

Quindi su disposizione del Tar dovrà esserci un cambio in itinere: al servizio già assegnato dal Comune dovrà infatti subentrare il Consorzio Zenit. Un passaggio molto delicato e che secondo i giudici si sarebbe potuto evitare escludendo l’offerta dell’aggiudicataria: per il Tar infatti ce n’erano tutti gli estremi. La gara da un milione e 509mila e 300 euro (importo a base d’asta) per un periodo di 36 mesi, con possibilità di rinnovo di altri due anni, era stata indetta il 27 maggio scorso da Palazzo Orsetti e si sarebbe dovuta assegnare con il metodo dell’offerta economica. Arrivato il momento dell’apertura delle buste dei tre soggetti che avevano partecipato alla gara, la commissione aveva assegnato il massimo del punteggio al Consorzio Costa Toscana. Fino all’aggiudicazione definitiva e alla stipula del contratto nel marzo scorso.
Ebbene, il consorzio escluso è subito passato subito al contrattacco presentando un dettagliato ricorso in cui chiedeva l’annullamento della selezione, dell’aggiudicazione e quindi del contratto stipulato con l’aggiudicataria. Esaminate le contestazioni i giudici hanno in particolare rilevato discrepanze fra l’offerta tecnica e quella economia del Consorzio Costa Toscana. In particolare, come ricostruiscono i giudici del Tar, nell’offerta tecnica, era stato indicato un monte orario aggiuntivo di mille ore, rispetto a quello minimo richiesto di 23.400 ore. Tuttavia, nella scheda di dettaglio dell’offerta economica, alla voce “giustificazioni di prezzo”, con cui era specificata la composizione del prezzo in relazione al costo totale del personale, compariva il monte ore annuo di 23.400, anziché quello corrispondente all’offerta tecnica di mille ore più consistente. Nonostante questo però, “alla concorrente venivano ugualmente assegnati i 7 punti aggiuntivi e solo successivamente venivano richiesti chiarimenti in merito alla sostenibilità economica dell’offerta”.
“Il Consorzio Costa Toscana – osservano i giudici – che, peraltro, già aveva indicato un costo del lavoro inferiore a quello fissato dalla tabella ministeriale di riferimento, a fronte di una precisa disposizione del disciplinare di gara secondo cui ‘i compensi e i salari devono essere stabiliti nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia’, dopo che, nei chiarimenti in merito all’offerta economica aveva dichiarato essere il costo del lavoro pari a 17,36 euro per ora, giustificava la discrepanza affermando che il costo relativo alle 1000 ore aggiuntive di cui all’offerta tecnica non era stato contemplato per mero disguido nell’offerta tecnica”. Ma nonostante questo, ritengono i giudici, la commissione aveva ritenuto congrue queste “tardive” giustificazioni.
Un “tentativo – scrivono i giudici – di far apparire seria e attendibile un’offerta che invece non è stata adeguatamente meditata”. Per i giudici del Tar dunque, per questi motivi, “l’aggiudicataria avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara”. Ed ecco che ciò è disposto nella sentenza: Comune e Consorzio Costa Toscana sono anche condannati al pagamento di tremila euro per le spese dell’istruttoria. E ora tocca al Consorzio Zenit.

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