Meno furti a S. Vito grazie a controllo vicinato foto

Esasperati per i continui furti nelle abitazioni, spossati per le situazioni di microcrimanilità (spaccio e quant’altro) che si verificano alla luce del sole, malgrado la presenza costante delle forze dell’ordine. Sono alcuni dei residenti del quartiere di san Vito che, dopo l’ennesima ondata di raid, hanno deciso di costituire un gruppo – molto nutrito, almeno 60 persone – che da due mesi a questa parte rappresenta un occhio vigile su tutto quello che succede in zona. Un’attività che, da quando è partita, ha consentito di sventare almeno una dozzina di furti.

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Nessuna volontà di atteggiarsi a “ronda di quartiere” o di fare gli sceriffi, spiegano i diretti interessati – che non svelano i propri nomi, per logiche ragioni di opportunità -, né di prestarsi ad atti eroici o che possano mettere a repentaglio la loro e l’altrui incolumità. “Più semplicemente – dichiarano due rappresentanti – noi le chiamiamo ‘passeggiate per la sicurezza’. Le adesioni al nostro gruppo sono in continuo aumento: siamo collegati con una chat whatsapp e, appena vediamo un movimento sospetto, contattiamo le forze dell’ordine, carabinieri o polizia”. Sì perché la funzione svolta da questi comuni cittadini – che si avvicina molto all’idea del controllo di vicinato – resta quella di fare da tramite per informare in tempo reale chi di dovere. “Abbiamo due gruppi whatsapp – proseguono – dove comunicare e segnalare ogni possibile reato, dai furti allo spaccio. L’ultimo episodio di furto? In via delle Pierone, due settimane fa. Una zona estremamente bersagliata. In quel caso, la signora che era in casa è stata avvertita in tempo ed il ladro si è dovuto gettare dal secondo piano”.
Poco da dire, ad ogni buon conto, sull’operato delle forze dell’ordine: “Arrivano sempre in pochissimi minuti e ci ringraziano per quello che facciamo, dicendoci che è davvero un’attività preziosa, che facilita il loro compito”. Intanto la spavalderia dei ladri, dopo questa iniziativa, sembra essere diminuita: “Entravano tranquillamente nelle abitazioni, meglio se ad ingresso autonomo, anche in pieno pomeriggio. Anzi, i carabinieri ci hanno detto che l’orario preferito va dalle 16,30 alle 18. Noi non possiamo coprire ogni fascia, ma abbiamo sempre qualcuno in giro”.
In nessun caso, fino ad oggi, si sono verificati incontri ravvicinati: l’unico episodio più movimentato ha riguardato un residente che, rientrato in casa nel pomeriggio, ha sorpreso un malvivente nella sua camera da letto. Il ladro è stato inseguito in strada da gruppi di persone inferocite, prima che la polizia lo bloccasse. “Purtroppo – continuano i componenti del gruppo – in un caso sono anche riusciti a compiere un furto sotto al nostro naso. Ci siamo rimasti davvero male, ma questo rende bene l’idea della situazione che stiamo vivendo”.
Prima della costituzione del gruppo, del resto, si erano registrati almeno 5 furti nell’ultimo mese, anche se la situazione va avanti da molto più tempo.
Sorprende l’organizzazione, quasi professionale, di questi residenti: radio ricetrasmittenti (comprate grazie ad una raccolta fondi alla quale hanno aderito commercianti locali), applicazioni che consentono di individuare soggetti sospetti dal numero di targa, auricolari e torce. “Ogni sera – spiegano il loro iter – siamo sempre almeno una ventina. Ci dividiamo in piccoli gruppi e, qualcuno a piedi, altri in macchina, scandagliamo l’intera area di san Vito. Percorriamo, cambiando di continuo percorsi e mezzi di trasporto, via Chelini, viale Sardegna, viale Corsica, via Giorgini, via Vecchia Pesciatina, via Marchetti, via delle Cornacchie, via delle Pierone, via Carlo Petri, via Bartoletti e via delle Foibe. Stiamo in giro, ogni volta, per almeno 2 ore, anche perché entriamo in tutti i cortili dei condomini, che spesso sono completamente privi di luce”.
L’ultimo intervento ha riguardato un monitoraggio alla scuola elementare, dove qualche giorno fa è suonato l’allarme: per fortuna, si è risolto in un nulla di fatto. La continua attività di verifica, inoltre, avrebbe effetti anche sulle altre possibili attività criminali: “Ultimamente – osservano – è molto diminuito un giro di vetture con traffici sospetti in zona Mediaworld, perché ci passiamo spesso. L’ultimo episodio criminoso risale, appunto, al 3 novembre scorso, in via delle Pierone. Nel frattempo, abbiamo avuto un incontro con l’assessore Valentina Mercanti, per aderire al progetto ‘Lucca in allerta’. Un grazie per aver posizionato le telecamere in punti strategici, inoltre, va anche all’assessore Raspini. Lo diciamo senza nessun colore politico, sia chiaro. Nel nostro gruppo hanno tentato di entrare esponenti del mondo della politica, ma non intendiamo dare questa connotazione a quello che facciamo. Ma, riguardo alle telecamere, siamo a chiederci se davvero funzionino: sono puntate su zone a rischio, come i parchi pubblici, dove sappiamo che quotidianamente si verificano episodi di spaccio, consumo di alcol e musica alta. Se nessuno interviene, forse, significa che gli occhi elettronici non sono ancora in funzione”.
Un altro nodo è quello relativo alla mancanza di illuminazione: “Appena cala il buio – precisano – qua la vita diventa più facile per i malintenzionati. Abbiamo notato che prediligono abitazioni che danno sui campi, per avere una via di fuga sicura. Ci hanno detto che, con il progetto ‘quartieri social’, il Comune dovrebbe intervenire anche su questo aspetto”. Nel frattempo, il gruppo continua a crescere e, in questi giorni, sta portando avanti un’opera di volantinaggio per sensibilizzare sempre di più i residenti e stimolare ulteriori adesioni. “Non è un impegno così faticoso – concludono – e, anzi, crea una bella socializzazione. Noi stessi abbiamo conosciuto persone che abitano in zona, ma con le quali non c’era mai stato modo di parlare”.

 

Paolo Lazzari

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