Evasione fiscale, assolti Tenucci e la moglie

Umberto Tenucci e la moglie, Carla Massei, non sono responsabili del reato di evasione fiscale. Così ha deciso ieri (18 dicembre) il giudice Simone Silvestri che ha dato ragione alla tesi difensiva, sostenuta dagli avvocato Paolo Mei e Lodovica Giorgi. Le cifre evase, infatti, erano sotto la soglia annua prevista dalla legge come reato, pari a 150mila euro. Il pubblico ministero, Aldo Ingangi, invece, aveva chiesto una pena di 8 mesi di reclusione.

Il procedimento penale aveva portato, nel frabbraio di due anni fa, al sequestro di beni immobili e conti correnti con la conseguente richiesta da parte del noto commerciante di via Fillungo dell’autofallimento. Fallimento che ha poi comportato la perdita di parte del patrimonio, dal negozio storico in centro a una serie di appartamenti.
Tenucci, adesso, dovrà sistemare solo la sua posizione con l’erario ma senza temere conseguenze ben più gravi, come è stato fino all’altro ieri, con la spada di Damocle di un processo penale in corso. “Il tempo – osserva Confcommercio in una nota – ha permesso di chiarire come la somma in questione fosse nettamente inferiore, a tal punto da non superare la soglia che configuri un reato di natura penale. Oggi, dopo l’assoluzione decisa dal giudice perché il fatto penalmente non sussiste, non possiamo che inviare a Umberto Tenucci, amico oltre che ex presidente di Confcommercio prima ancora che collega, un grande abbraccio di affettuosa vicinanza per una brutta pagina che va a chiudersi per lui e la sua famiglia”. “Il nostro augurio di cuore a questo punto – termina Confcommercio – è quello di rivedere Umberto presto dietro al bancone del suo storico negozio di via Fillungo, che per oltre 150 anni ha rappresentato un autentico simbolo del commercio lucchese”.

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