Ristoratore ucciso dal monossido, a Empoli i funerali

Dolore e incredulità. Sono questi i sentimenti più diffusi tra i parenti e i tanti amici di Marco Alderighi, il ristoratore 40enne di Empoli, ucciso dalle esalazioni di monossido di carbonio, dovute probabilmente al malfunzionamento di una caldaia, in una casa di proprietà della famiglia a San Pellegrino in Alpe, in alta Garfagnana. Domani (18 gennaio) si terrà alla chiesa di Santa Maria di Empoli il funerale di Alderighi: amici e conoscenti si danno appuntamento alle 10 per l’ultimo saluto al commerciante, molto noto nell’empolese anche per la sua passione per il calcio che lo aveva portato a giocare in squadre amatoriali.

Versa invece ancora in gravissime condizioni l’amico che si trovava con lui. Da lunedì (15 gennaio) Michele Di Giovanni, 43 anni, collega di Alderighi con il quale condivideva la gestione di un ristorante, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cisanello di Pisa e la prognosi è riservata. I medici lo hanno sottoposto a vari trattamenti in camera iperbarica nella speranza che riesca a reagire alle cure e a salvarsi.
Era stato trovato disteso sul letto in camera cianotico e con gravi difficoltà respiratorie mentre l’amico giaceva sulle scale ormai privo di vita quando i carabinieri sono entrati per primi nella casa di San Pellegrino in Alpe. Sulla morte dell’uomo, la procura ha aperto un’inchiesta.

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