Al S. Luca giochi in sala operatoria per i bimbi

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“Giochiamo in sala operatoria”. E’ il progetto portato avanti dal personale infermieristico del blocco operatorio dell’ospedale San Luca di Lucca per ridurre l’ansia preoperatoria nei bambini e nei loro genitori. Prima, durante e dopo un intervento chirurgico (anche di entità non rilevante) il piccolo paziente e la sua famiglia sono infatti sottoposti ad elevati livelli di stress fisico, psichico e ambientale. Il loro disagio è determinato anche dall’inadeguata comprensione della situazione e da un ambiente sconosciuto. E’ questa una severa prova per il bambino, che in questa situazione è comprensibilmente agitato ed impaurito, e per i suoi genitori.

Gli operatori sanitari lucchesi stanno quindi lavorando per rendere il blocco operatorio del San Luca, super tecnologico ed all’avanguardia, sempre più a misura di bambino, grazie ad iniziative all’insegna dell’umanizzazione e della “demedicalizzazione”, con il personale che cerca di uscire dal suo ruolo per arrivare ad una relazione autenticamente intima tra persone.
Così da oltre due anni, quando sono previste sedute operatorie con bambini (si tratta complessivamente di un massimo di 20 interventi al mese), gli operatori li vanno a conoscere prima dell’intervento, consegnano loro piccoli regali, studiati in base all’età ed al sesso, e cercano di farli rilassare e divertire con gesti rassicuranti in grado di migliorare l’aspetto emotivo.
Dopo questo primo approccio molto empatico, i professionisti vengono riconosciuti in sala operatoria, diventano volti noti e questo crea un clima più intimo e confidenziale. Inoltre ai piccoli pazienti viene spiegato in maniera dettagliata tutto che quello che succederà in sala operatoria con parole appropriate ma adatte all’età (Troverete un lettino con telecomando, Ci sarà una crema magica etc).
Gli stessi operatori vanno poi a vedere come stanno i bambini dopo l’intervento.
La ricetta attuata al San Luca si basa essenzialmente su due ingredienti, umanità ed empatia, e su “accessori” altrettanto semplici: sorrisi e nasi da clown, palloncini, bolle di sapone, penne multicolori, smalto sulle unghie per le bambine (tanto che alcune di loro finiscono per ricordarlo come “l’ospedale dello smalto”).
Ad avviare e portare avanti questa “buona pratica”, che determina un miglioramento evidente anche per lo stesso personale, sono state sei infermiere del settore otorino/ortopedia: Lucia Bertolucci (infermiera di sala), Mary Scorzelli e Carla Pardini (infermiere strumentiste), Valentina Di Cesare, Luciana Franceschini e Rossana Del Barba (infermiere di Anestesia e Rianimazione), che spiegano così il percorso, partito da un’iniziativa “estemporanea”:
“Era il 5 novembre 2015 e, dopo aver terminato di preparare la sala operatoria per una seduta chirurgica riservata a bambini, nell’attendere l’anestesista, abbiamo deciso di andare a conoscere i piccoli pazienti che di lì a poco sarebbero stati operati. Ci siamo presentate ai bimbi come tate – vanno avanti -. All’inizio i loro sguardi erano un po’ titubanti, ma poco dopo abbiamo notato curiosità ed attenzione nei nostri confronti, verso le nostre divise e rispetto a quello che dicevamo loro; abbiamo poi verificato che erano sempre più tranquilli e rilassati, grazie anche alla collaborazione dei genitori, pure loro rasserenati dalla nostra presenza. Ci ricordiamo ancora la nostra prima paziente: una bambina di 3 anni, che è arrivata al cosiddetto tavolo passamalati accolta da un palloncino e ci ha riconosciute subito. Quella seduta operatoria è proseguita con altri bambini ed è terminata in assoluta tranquillità. La sera stessa la mamma della prima piccola paziente ci ha scritto una lettera toccante, in cui ci ringraziava per come avevamo accudito la sua cucciola e ci esortava a continuare così. Questo ringraziamento ha rappresentato per noi una gioia ed una gratificazione e ci ha spinto a proseguire su quella strada. Da allora nelle sedute dedicate ai piccoli pazienti abbiamo continuato a comportarci in questa maniera: dopo aver preparato la sala operatoria, poco prima di iniziare con gli interventi, andiamo a conoscere i bambini, ci presentiamo con piccoli regali e cerchiamo di rassicurarli e possibilmente di farli ridere, in maniera che – quando scendono in sala operatoria – ci riconoscano e ci associno ad un momento piacevole. L’obiettivo è rendere il percorso più sereno, anche per i genitori, alcuni dei quali ci ringraziano e restano in contatto con noi, anche a distanza di anni dall’operazione”.
“Come direzione dell’ospedale – evidenzia il direttore del presidio Michela Maielli – abbiamo ritenuto questa iniziativa, nata spontaneamente, meritevole di essere valorizzata e di diventare un vero e proprio progetto, dal titolo appunto Giochiamo insieme in sala operatoria. Inoltre, mentre il dipartimento materno-infantile è sicuramente a misura di bambino, altri settori del San Luca che si occupano prevalentemente di adulti (penso ad esempio al polo ambulatoriale multispecialistico) sono meno pronti ad accogliere piccoli pazienti e per questo l’esperienza portata avanti nel blocco operatorio può essere un punto di partenza importante ed un’idea da sviluppare. L’obiettivo è sempre quello di far diminuire, con azioni semplici ma efficaci, il comprensibile stato d’ansia di bambini e genitori, incoraggiando e migliorando la partnership tra i pazienti ed il personale dell’ospedale”.

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