Clochard carbonizzato, c’è una pista per l’identità

di Roberto Salotti
La salma del clochard morto carbonizzato nell’incendio di una baracca che aveva trasformato nel suo giaciglio di fortuna, nel quartiere di San Concordio, è all’obitorio del Campo di Marte, in attesa che vengano disposti gli accertamenti per dare un nome a quel corpo senza vita martoriato dalle fiamme (Leggi). I carabinieri di San Concordio sospettano che si tratti di un senzatetto di 47 anni di origini rumene, Attila, che era solito frequentare la zona e che era diventato amico di tanti abitanti che, qualche volta, gli portavano anche da mangiare.

Decisiva per l’identificazione potrebbe essere la prova del Dna. Si stanno cercando parenti prossimi all’uomo, che si trovava a Lucca ormai da più di dieci anni. Per il momento, non ci può essere ancora certezza sull’identità del cadavere trovato in una casetta diroccata nei campi dietro al viale San Concordio, all’altezza delle scuole Da Vinci. Purtroppo gli amici e quanti nella Caritas di San Concordio e nella comunità di S. Egidio lo seguivano per aiutarlo, sono pessimisti. E temono che quel cadavere sia proprio quello di Attila. Tanto che già stasera (3 aprile) alle 21 alla preghiera nella chiesa di S. Andrea sarà ricordato con un pensiero particolare. Si era fatto ben volere da tutti e a tutti dispensava sorrisi.
A dare l’allarme perché di lui si erano perse le tracce da circa una settimana è stato Pilade Ciardetti, esponente della Caritas del quartiere e oggi consigliere comunale di Sinistra con Tambellini: “Lo abbiamo cercato ovunque, ed eravamo molto preoccupati – racconta -: anche a Pasqua siamo andati alla sua ricerca con un gruppo di amici. Mi è sembrata molto strana la sua scomparsa, perché dovevamo vederci. Lo avrei aiutato ad acquistare una scheda telefonica per un cellulare. Era un modo anche per tenersi in contatto. Con l’amministrazione comunale stavamo cercando qualche soluzione per lui ed altri senzatetto come lui. Ci sembrava e ci sembra doveroso non limitarsi alla semplice assistenza. Purtroppo, non lo abbiamo più visto e ieri (lunedì, ndr) ho chiamato i carabinieri di San Concordio, raccontando che Attila non si trovava più”. Sono iniziate le ricerche e il maresciallo Vincenzo Finocchi con i carabinieri di S. Concordio ha trovato un cadavere carbonizzato nella baracca dove era noto era solito trascorrere le notti Attila.
“Aspettiamo che la magistratura faccia i suoi accertamenti per stabilire l’identità del cadavere – ha aggiunto Ciardetti -: ma se si trattasse di Attila, vorremo organizzare un funerale con tutte le persone che lo aiutavano, ed erano per fortuna molte, e con i tanti amici che si era fatto da noi. Da gennaio lo accompagnavo quasi ogni sera al dormitorio della Croce Verde, ma Attila era un tipo molto particolare. Era difficile che si adattasse ad una situazione del genere. Aveva un cuore davvero grande, era una persona straordinaria che mi ha insegnato molto della vita. Per questo, se i nostri timori saranno purtroppo confermati, vorremmo che fosse creato un momento di commemorazione degno di quest’uomo che non ha mai creato problemi”.

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