Morto Tarcisio Pacini, re degli artigiani foto

E’ stato un innovatore, e per certi versi un antesignano nella riscoperta e nella valorizzazione dell’artigianato lucchese. Tarcisio Pacini, fondatore e ideatore della filosofia che sta alla base dell’azienda Tarpac, azienda nota in tutto il mondo e che lui stesso ha creato, è scomparso ieri pomeriggio (6 maggio) all’età di 88 anni: lascia 5 figli e 12 nipoti. Era stato anche assessore alle attività produttive nella giunta Lazzarini e aveva fatto delle istanze degli artigiani uno dei leit motiv della sua azione politica.

Cominciò con la sua prima attività nel 1953 a Verciano, producendo mobili classici. Dovette affrontare la crisi del lavoro dovuta all’industrializzazione, contro cui oppose arte, cultura e ingegno, per preservare una tradizione artigiana che si conserva anche oggi. Ultimo di 8 figli, falegname per oltre 50 anni, ha dedicato la vita alla ricerca e alla realizzazione di mobili che potessero durare oltre il tempo. “Chi lavora con le mani – era il suo motto -è un operaio. Chi lavora con le mani e con la mente è un artigiano, ma chi lavora con le mani, con la mente e con il cuore è un artista”.
Sposato da quasi 60 anni con Carolina, Pacini lascia tanti affetti e una famiglia numerosa che lo ha assistito fino alla fine.
L’artigianato e la riscoperta del passato e delle tradizioni erano la sua passione. Ma Pacini era anche un uomo generoso e altruista che si era impegnato per gli ultimi. Aveva visitato più volte l’Africa e in Etiopia ha lasciato la sua impronta, promuovendo la costruzione di una scuola e donando materiali per la didattica.
A Lucca è sempre stato impegnato per il suo paese, Badia di Cantignano e poi Guamo, dove si era trasferito a vivere. La famiglia di Tarcisio ringrazia tutte le persone che le sono state vicine in questo ultimo periodo “in particolare il reparto di malattie infettive dell’ospedale San Luca di Lucca, a tutto il personale per la premurosa assistenza e per la professionalità dimostrata – spiegano i familiari -, non ultimo il primario Sauro Luchi che lo ha assistito fino all’ultimo”.
“E’ con profondo rammarico che rimpiangiamo, come Confartigianato, di cui era socio, la profonda saggezza della persona, l’equilibrio e quell’attaccamento al lavoro che solo chi nasce artigiano possiede”, spiega in una nota Confartigianato.
“Egli – si prosegue – sapeva suddividere il suo tempo tra il lavoro, la passione per la Confraternita dei Legnaioli che per lunghi anni ha presieduto impegnandosi anche per riportare la sede – la chiesa di San Benedetto in Gottella, sita in piazza Bernardini a Lucca, agli antichi splendori. Il suo terzo impegno è stata la politica ricoprendo il ruolo di assessore alle attività produttive durante la Giunta Lazzarini anche se non concluse il mandato. Tarcisio era un uomo che aveva saputo riconvertirsi con il mutare dei gusti dei clienti, ma mai aveva rinunciato a produrre un prodotto di qualità. I suoi mobili, e lo diceva con orgoglio, erano tutti di legno massello, di castagno e quando andavi in azienda ‘li accarezzava’ e diceva: ‘Senti, questo legno parla’. Sì, Tarcisio Pacini e il legno erano un’unica cosa, vivevano in simbiosi. Aveva imparato ad amarlo da piccolo, quando lavorava nell’azienda di Francesco Tambellini’, artigiano fondatore nel 1947 dell’associazione Libera Artigiani della Provincia di Lucca, ora Confartigianato Lucca, carpendo i segreti del mestiere. Alla moglie e ai figli Confartigianato porge le più sentite condoglianze per la scomparsa di questa grande figura, sapiente cultore della lavorazione del legno”.
I funerali di Pacini si svolgeranno domani (8 maggio) alle 17 alla chiesa parrocchiale di Guamo.

Rob. Sal.

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