Ladri incastrati dalla radio di un bimbo

di Roberto Salotti
E’ accusato di aver fatto parte della banda di rapinatori che la sera del 30 marzo scorso furono sorpresi nella sua casa di via Lombarda a Lammari da Pierangelo Maccioni, 47 anni, il socio di Lucca United aggredito insieme alla moglie da tre banditi poi inseguiti dai carabinieri sulla Pesciatina e fuggiti dopo un incidente a Gragnano con la gazzella che li stava braccando (Leggi). Lui è Flori Seydini, 26 anni, di origini albanesi ma con “base” a Montecatini, dove questa mattina (22 maggio) lo hanno arrestato contestandogli almeno 10 furti in abitazione i carabinieri del comando provinciale di Lucca che hanno eseguito anche nei confronti del presunto complice Roland Colaj, 37 anni, pure lui albanese, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip su richiesta dei sostituti procuratori Aldo Ingangi e Elena Leone.

A Seydini è stato notificato anche l’avviso di garanzia per rapina per l’episodio del 30 marzo scorso, ma la procura, coordinata da Pietro Suchan, sospetta che abbia preso parte ad un’altra rapina in villa, sempre in provincia di Lucca, e ad altri furti nella Piana. L’inchiesta coordinata dalla procura ed eseguita dai carabinieri, infatti, sta stringendo il cerchio sugli altri componenti della banda che dopo aver minacciato di morte e aggredito moglie e marito, accorsi a casa dopo essere stati avvisati dall’allarme sul cellulare, fuggirono a bordo di una Clio nera, scontratasi con la vettura dei carabinieri dopo un rocambolesco inseguimento sulla via Pesciatina (Leggi: La coppia rapinata: “Ci gridavano: vi ammazziamo”). E sono stati proprio gli accertamenti sull’auto utilizzata dai malviventi, poi riusciti a fuggire nei campi, ad aver ‘inchiodato’ almeno uno dei rapinatori.
E’ il più recente sviluppo dell’indagine sui furti in abitazione, compiuti dall’ottobre e il gennaio scorsi, tra Lucca e i comuni della Piana da una banda, anche questa di albanese, di cui gli inquirenti ritengono di aver individuato i vertici. Una terza persona, colpita dall’obbligo di firma alla pg – un 20enne albanese – è ancora ricercata, mentre altri due presunti complici, di 20 e 28 anni sono stati denunciati.  L’accusa è quella di furto aggravato in concorso: stamani per Seydini e Kolaj si sono aperte le porte del carcere San Giorgio di Lucca.
Sono stati individuati grazie ad un furto particolare, dove elementi decisivi furono acquisiti grazie all’allarme dato tempestivamente dai proprietari di una villetta in via Sane Vecchie a Segromigno in Piano, la sera dello scorso 21 novembre. A mettere in allerta i genitori era stata la radiolina con monitor e ricetrasmittente messa nella culla del bambino di 3 anni, che stava dormendo nella sua cameretta quando attorno alle 19 di sera i ladri fecero irruzione (Leggi). La mamma, che era in altra zona della casa, si era resa conto della presenza degli estranei e dopo aver chiamato il marito, aveva messo in fuga la banda, riuscendo poi a indicare ai carabinieri il modello dell’auto – una Lancia Y, risultata poi intestata ad uno dei due arrestati – e il numero parziale della targa.
Da qui, l’indagine dei militari ha subito una svolta e grazie al dispositivo gps piazzato sotto l’auto, sono riusciti a ricostruire la presenza della banda nei luoghi dove poi venivano denunciati furti. Colpi messi a segno nella abitazioni della Piana, ma anche nella provincia di Pistoia, dove per la procura la gang aveva il suo ‘covo’. Ma stamani è stata eseguita una perquisizione anche a S. Casciano Val di Pesa, nella casa dove viveva il 20enne ancora ricercato e dove sono stati recuperati un telefono cellulare – una utenza già nota perché intercettata in una precedente indagine, sempre per furti – una mola per serramenti, utilizzata, per l’accusa, per mettere ko le porte e sventrare le casseforti. Nel corso dell’indagine, i carabinieri hanno anche recuperato tre auto rubate: un’Audi TT, una Renault Clio e una Citroen C5.
“Si tratta di malviventi – ha sottolineato il procuratore Suchan – che sceglievano i loro obiettivi in zone facilmente raggiungibili con l’auto”. L’orario prescelto era quello dalle 18 alle 20. Dalle case oltre ad oro, soldi e gioielli venivano rubate le chiavi delle auto, che poi venivano sottratte anche nei giorni successivi. A incastrare i malviventi, sono state anche alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza, i cui video sono stati esaminati lungo le arterie dove si sospettava che i ladri fossero fuggiti, ma anche attraverso l’esame delle utenze telefoniche dei sospettati e che hanno permesso di contestare loro almeno 10 furti, 6 in provincia di Lucca e altri quattro nel pistoiese.

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