Ex militare si ammala in missione: maxi risarcimento

Maxi risarcimento per un ex militare. Oltre 1 milione di euro i danni riconosciuti. Nel 1989, giovane e in salute, si era arruolato in marina e dieci anni dopo era stato inviato nel Mar Rosso per una missione addestrativa militare nel Mar Rosso tra il settembre e l’ottobre 1998. In quegli anni l’Italia era impegnata nel Mar Rosso e nel Golfo Persico per attività internazionali di pattugliamento e di addestramento truppe.

Originario di un Comune della Garfagnana, l’uomo nel 2000 si ammala e nel 2002 si aggrava ulteriormente. Ora dopo quasi 20 anni di battaglie legali ha ottenuto giustizia dal Tar di Firenze che ha accolto nel merito il suo ricorso per il riconoscimento della malattia contratta in missione, imputabile al ministero stesso che non avrebbe usato tutti gli accorgimenti, che pure erano possibili stando alle perizie mediche disposte dai giudici. Ammonta ad oltre 1 milione di euro (esattamente 1.178.160,50 di euro) il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali, che comprende, per i giudici, anche il danno biologico permanente e temporaneo, le spese di spostamento e cure mediche, il danno morale, quello esistenziale, da perdita di chanche e professionale. Il ministero in pratica, secondo il tribunale amministrativo, avrebbe dovuto occuparsi di lui e della sua salute come avrebbe dovuto fare un qualsiasi datore di lavoro. L’uomo aveva chiesto infatti al Tar “l’accertamento e la dichiarazione dell’inadempimento contrattuale ed extracontrattuale rispetto agli obblighi previsti dall’articolo 2087 del codice civile e con esso l’illegittimità del contegno datoriale per tutte le ragioni indicate e per l’effetto condannare il Ministero della difesa al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali complessivamente patiti dal ricorrente nella complessiva somma pari ad 1.178.160,50 euro”. I giudici gli hanno dato ragione. Il luogo di lavoro deve, infatti, considerarsi strutturato e definito in funzione dell’utilità che, spiegano i giudici, si intende trarre dall’adempimento dell’obbligazione del lavoratore e deve comunque essere concepito in maniera tale da rispettare l’integrità psico-fisica del soggetto debitore, anche a prezzo di condizionare la libertà di organizzazione d’impresa. Ne consegue che per il tribunale sussiste un obbligo generale del datore di lavoro, affinché quest’ultimo si adoperi per adottare le prescrizioni necessarie ad assicurare l’esistenza di un ambiente di lavoro salubre, attraverso l’adozione delle misure e degli accorgimenti allo scopo necessari a consentire che la prestazione possa (e non solo debba) essere adempiuta. L’uomo era stato successivamente congedato transitando però nei ruoli di personale civile del ministero della difesa con ulteriori danni anche retributivi e pensionistici. Per questi motivi il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso dell’ex militare condannando il ministero della difesa al maxi risarcimento.

Vincenzo Brunelli

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