Si inventa un lavoro per avere il permesso dai domiciliari

Era finito in manette, colpito da due ordinanze di custodia cautelare nell’ambito di due distinte operazioni antidroga, in circostanze a dir poco singolari. Il cameriere, 23enne, di origini marocchine e residente a Milano, era salito sul tetto passando da una botola della soffitta, quando aveva visto arrivare i carabinieri alla sua casa di Carignano, dove si trovava con la moglie, anche lei ricercata (Leggi). 

Dopo l’arresto, al giovane erano stati concessi gli arresti domiciliari per svolgere un lavoro presso un cantiere edile, dopo che aveva presentato la dichiarazione firmata dal presunto datore di lavoro. I carabinieri però hanno accertato che quella ditta non esiste più, o meglio nulla corrisponde agli indirizzi forniti dal 23enne e risultanti nella visita camerale. Al giovane sono stati così revocati gli arresti domiciliari: dovrà tornare in carcere.

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