Aumentano i senzatetto al dormitorio della Pia Casa

Aumenta la povertà a Lucca e con essa anche le situazioni di marginalità. Lo ha rivelato il report della Caritas, elaborato sul 2015 con uno sguardo per nulla confortante anche sul 2016. L’anno nuovo si è aperto con una conferma, seppur trasversale. Il numero dei senzatetto che hanno trovato rifugio dal gelo alla Pia Casa quest’anno sembra essere in sensibile aumento. Soltanto stanotte sono stati 7 coloro che hanno scelto di trascorrere la notte nel dormitorio allestito dal 5 gennaio scorso dal Comune, aperto a quanti non hanno riparo dal grande freddo che in queste giornate sta attanagliando la Lucchesia.

L’anno scorso la media per notte era stata di circa 4-5 persone: alcuni sono clochard che in genere trovano riparo nella zona della stazione e che la cui condizione a Lucca ormai è tristemente nota. Ma quest’anno se ne sono aggiunti purtroppo altri.
Il dormitorio alla Pia casa apre dalle 19,30 alle 20,30, orario in cui chi lo desidera può registrarsi prima di un pasto caldo e dell’assegnazione del posto letto. Il servizio resterà attivo fino a quando non torneranno a salire le temperature, probabilmente almeno per i prossimi tre giorni. E in queste notti ad assicurare un’adeguata gestione e sorveglianza del dormitorio ci sono stati, a turno per tutta la durata della notte, due volontari di associazioni di promozione sociale e di protezione civile del territorio.
La piaga della povertà, come si diceva, è sempre più diffusa anche a Lucca. I dati Caritas, riferiti all’anno 2015 con una prima proiezione per il 2016, sono calcolati sul campione di persone che si è rivolto ai centri di ascolto: 1468 lo scorso anno. Nel primo semestre del 2016, invece, 1220 persone sono state già accolte. Dalla lettura dei grafici si evince che la fascia di età maggiormente colpita da ristrettezza economica è quella che va dai 35 ai 64 anni (73,5% nei primi sei mesi del 2016), con maggiore incidenza sulla classe 35-45, il che fa immediatamente sorgere il problema delle ricadute che questo impoverimento può avere sui figli minorenni, dato che nel 2016 il 48,3% è inserito in contesti familiari. In particolare sono in aumento le persone adulte potenzialmente occupabili ma che spesso hanno gravi problemi di accesso al mercato del lavoro (67,2%), legati ad una disoccupazione cronica. Altri, invece, hanno difficoltà nell’ottenere un’occupazione piena e continuativa in grado di garantire uno stipendio minimo.

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