Nelle piazze le opere monumentali di Jimenez Deredia

Trasmutazione, tempo, spazio, sfericità e ciclo vitale: messi giù così possono sembrare concetti astratti, ma rappresentano la carta d’identità di Jiménez Deredia, artista di fama mondiale pronto a portare anche a Lucca i suoi capolavori. Si chiamerà proprio Deredia a Lucca. L’energia cosmica nelle sculture di Jiménez Deredia la mostra-evento pronta a dialogare con la città murata dal 28 aprile al 10 settembre prossimo.
Realizzato grazie al contributo della Fondazione Bml l’evento – a ingresso gratuito – è stato presentato stamani (20 febbraio), proprio in Fondazione. Per parlare delle 34 sculture – che verranno ossequiosamente disseminate in città – sono intervenuti l’artista, il presidente della fondazione, Oriano Landucci, il sindaco Alessandro Tambellini, il dirigente Giovanni Marchi ed il curatore della mostra (nonché patron di Artitaly, ndr), Massimiliano Simoni.

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La mostra prevede l’esposizione di opere monumentali all’aperto, in un percorso che si snoda tra porta san Pietro e piazza san Martino, passando per il caffè delle mura, piazza Anfiteatro e piazza san Giovanni. La mappa conclusiva non è tuttavia ancora stata tracciata: bisogna far convivere l’evento – che includerà anche lo spazio espositivo della fondazione, con le opere più piccole – con le altre manifestazioni cittadine dei prossimi 5 mesi.
“Siamo senza parole – commenta Landucci – per l’onore che Deredia ci ha fatto. Ama profondamente il nostro paese e Lucca, ed è stato il primo latino-americano ad esporre in san Pietro. Grazie alle sue opere, celebri in tutto il mondo, è stato definito un messaggero di pace”.
L’appuntamento si inserisce in un circuito internazionale di mostre monumentali che ha portato l’artista costaricano ad esporre ovunque, dal Messico a Valencia, senza dimenticare Roma, Firenze e Trapani.
Per il sindaco “Lucca torna ad essere scenario per la mostra di un grande. Questa è un’attività che stiamo cercando di riaffermare: il 2018 dell’arte contemporanea, in città, resterà nella memoria di molti”, mentre Marchi evidenzia come si tratti di “un evento clou per quest’anno, che richiede un lavoro di collocazione ed integrazione complesso tra le opere e l’esistente”.
Entusiasta anche il curatore della mostra: “Con Deredia ho un rapporto di collaborazione che mi lega da anni – ricorda Simoni – e che ci ha fatto arrivare ad esporre alla Versiliana, a Trapani ed a Segesta, tra le altre cose. Le sculture verranno apposte in modo da valorizzare la città e, alla fine, verrà realizzato un catalogo (commentato anche da Vittorio Sgarbi, ndr) contestualizzato, dal quale emergeranno la bellezza della città e della mostra”.
E che Lucca sia incantevole, del resto, Deredia lo ha scoperto ormai da 42 anni: “Conosco la vostra città da una vita – spiega con un filo di emozione che gli crepa la voce – e non mi sognerei mai di fare un qualcosa che non si integri con questo tessuto urbano. Le mie opere sferiche dialogheranno con i monumenti e le piazze. Nell’area espositiva al chiuso faremo una mostra più didattica, dove verranno spiegati i concetti che ispirano la mia arte: trasmutazione,tempo, spazio, sfericità e ciclo della vita. La mia intenzione del resto è questa: rappresentare la vita nella sua dinamica. In Costa Rica costruiscono da secoli grandi sfere per testimoniare la vita: io ho voluto riprendere questa memoria ancestrale, rielaborandola per proporla oggi”.
Un percorso apposito verrà studiato per i non vedenti e vicino ad ogni opera verranno disposti pannelli esplicativi – per una vera e propria museografia urbana – che spiegano, inoltre, come arrivare nel luogo successivo. L’esposizione resterà aperta e visitabile ad ingresso gratuito dal martedì alla domenica, dalle 15 alle 19.
Jiménez Deredia è nato in Costa Rica nel 1954. A 22 anni si è trasferito in Italia, dove ha iniziato a lavorare il marmo ed il bronzo. Dopo l’accademia delle Belle arti di Carrara ha studiato architettura a Firenze. Le sue prime “Genesi” risalgono al 1985 e la sua ideologia artistica viene ribattezzata “simbolismo trasmutativo”. Celebri, tra le molte opere, i lavori in occasione del Giubileo del 2000 – quando la fabbrica di san Pietro gli commissiona una statua marmorea di san Marcellino Champagnat -, la personale a Roma del 2009, quella all’Oceanografico di Valencia nel 2015 e le monumentali esposizioni in America Latina, con il Messico come luogo di maggiore attività.

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