“Puttane antifasciste nelle carte di polizia”, si presenta il libro a Lucca

“Di puttane c’è sempre bisogno. C’è sempre bisogno di persone che con il loro stesso modo di essere e di fare rappresentano una sfida necessaria e costante al perbenismo e al moralismo imperante in ogni epoca”. Sono donne marginali, “periferia della periferia del genere umano” le 27 prostitute abusive schedate come antifasciste nel Casellario politico centrale della direzione generale di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno dal 1927 al 1942. Puttane antifasciste nelle carte di polizia (edito da “ilfilorosso”, e di prossima uscita in lingua spagnola per Le Pecore Nere con la traduzione di Regina Cellino) è il saggio dello storico e giornalista calabrese Matteo Dalena che verrà presentato domani (10 maggio) alle 18 all’hotel San Martino a Lucca.

L’evento organizzato dall’associazione La Città delle donne di Lucca, insieme all’assessorato alle politiche di genere e memoria storica del Comune di Lucca, allo Spi Cgl e all’Anpi di Lucca e Cosenza (l’autore è vice-presidente del direttivo provinciale Anpi Cosenza Paolo Cappello), prevede anche la mostra Il volto del crimine tratta dal libro, comprendente foto e cartellini segnaletici della prostitute clandestine oggetto di schedatura.
“Attraverso questi volti e le storie di queste donne sotto schedatura, rese cioè dalla lente del potere – ha dichiarato Matteo Dalena -, ho cercato di accendere una luce sui metodi e sulle mentalità che sovrintendevano la schedatura dei criminali e delle criminali, in questo caso prostitute clandestine accusate di antifascismo. Una mentalità catalogatrice, poliziesca secondo cui il dissenziente o la dissenziente andava semplicemente allontanato o allontanata dalla società civile. Ma allo stesso tempo, attraverso la documentazione, ho cercato di far conoscere le loro storie minime, di differenziarle da ciò per cui oggi le conosciamo: il crimine commesso o la patologia sofferta. Ho cercato di dar loro voce per riscattarne i silenzi, il rimosso dalla storia, perché nessuno in passato ha pensato di interpellarle. Perché dalla periferia della periferia del genere umano dalla quale provengono, difficilmente si usciva se non con il marchio infamante del crimine stampigliato su un cartellino. Preludio al carcere, al confino di polizia o alla reclusione in quelle istituzioni volte a contenere e a escludere la diversità. Avrebbero mai immaginato queste donne di passare dai bassifondi della storia alla ribalta di una rassegna documentaria? I loro volti nuovamente all’attenzione pubblica ma ad altro scopo, sono la dimostrazione che l’archivio è il luogo ideale in cui mettere in pratica piccole “vendette” di natura storica, narrativa. Perché anche i bistrattati margini dal quale queste donne provengono meritano finalmente una narrazione propria”.
All’incontro parteciperanno Ilaria Vietina, assessora del Comune di Lucca, Daniela Grossi, presidente dell’associazione La Città delle donne di Lucca, Rosalba Ciucci, presidente Anpi Lucca, Emanuela Bianchi, segretario Spi Cgil e coordinamento donne. Una delle donne narrate nel testo verrà interpretata da Alida Bondanelli, mentre l’introduzione al testo, preludio all’intervento dell’autore, sarà curata da Teresa Leone, presidente della Commissione consiliare politiche formative, giovanili, di genere, cultura e sport del Comune di Lucca.

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