Lucca Classica nel 2019 si apre a periferie e ville storiche

Persino l’enciclopedia Treccani ha dedicato una voce a Lucca Classica, per “la qualità e originalità della musica e per l’impatto sulla polis”. E in effetti, sebbene si sia chiusa soltanto la quarta edizione domenica scorsa (6 maggio), in città questa manifestazione sembra esserci sempre stata. Sarà perché per anni si è parlato dell’opportunità di accompagnare l’esperienza del nostro centro storico a quella delle note – per dare un sottofondo allo slow mood della passeggiata a Lucca di cui parlava Giorgio Marchetti; sarà perché le belle giornate di maggio, in questa città, quasi per loro natura richiedono la musica per essere pienamente percepite.

Fatto è che Lucca Classica ha individuato un format che ha saputo convincere, fin dalle prime battute, anche i più scettici quando si parla di grandi eventi. E per l’edizione 2019 il direttore artistico, il pianista Simone Soldati, annuncia alcune importanti novità: “Guardiamo con interesse alle periferie e alle ville storiche della provincia, ma non vogliamo escludere spazi inconsueti, come per esempio ex opifici dismessi. Abbiamo avviato una serie di contatti in tal senso ma non voglio sbilanciarmi adesso: quello che confermo è il massimo impegno di tutta la squadra per far crescere questa manifestazione. Osiamo sogni, pur rimanendo ben ancorati a un piano di realtà e concretezza”. È soddisfatto Soldati e non ne fa mistero. D’altronde, i numeri di presenze registrati e i commenti raccolti, glielo permettono. “È bello che ci siano persone venute da fuori proprio per Lucca Classica, ma ancora di più lo è che la manifestazione venga percepita come valore aggiunto dalla città che la accoglie. La musica – continua Soldati – conferisce valore agli spazi, che diventano luoghi di benessere e civiltà. Si crea una narrazione collettiva in cui tutti, musicisti e pubblico, si ‘portano a casa’ stimoli utili al loro quotidiano: questa, per noi, è la conferma che abbiamo dato vita a qualcosa che ha saputo funzionare. I classici – prosegue – non finiscono mai di dire quello che hanno da dire: una definizione che prendo in prestito da Calvino per sottolineare la potenza della musica che abbiamo proposto, nelle piazze, nelle chiese, negli auditorium. La musica è un fenomeno dinamico perché è correlata all’uomo, alla sua sensibilità che cambia continuamente”. L’obiettivo di Lucca Classica è affermarsi come un appuntamento in cui potersi permettere l’ascolto attivo e stare bene: “Siamo disabituati all’ascolto, al silenzio, alla lentezza. Non è necessario essere un intenditore di musica classica per aprire le proprie regioni emotive alla bellezza e all’armonia. Questa città – conclude Soldati – è un luogo fertile dove la musica può accendere il presente e reinventarlo, dove la musica può costituire una sorta di grande libro con dentro storie diverse, una per ciascun ascoltatore, una per ciascun esecutore. Momento-simbolo, in questo senso, dell’edizione appena conclusa è stato il saluto con un brano dei Pink Floyd di Danilo Rossi, prima viola della Scala”. Positivo anche il commento del primo cittadino, Alessandro Tambellini: “Esprimo soddisfazione per il successo della quarta edizione Lucca Classica: abbiamo ammirato interpreti eccellenti, ma soprattutto abbiamo visto la passione infaticabile di tanti professionisti che hanno portato la musica classica nei luoghi più suggestivi della città, con il contributo delle nostre istituzioni musicali: l’istituto Boccherini, il Teatro del Giglio e la Fondazione Puccini. Grazie al lavoro dell’Associazione musicale lucchese che ha saputo coinvolgere insieme tante energie, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e a quello di tutti i privati che hanno contribuito a un evento culturale di grandi prospettive”. Insomma, Lucca Classica ha saputo trovare l’equilibrio necessario a vivacizzare l’offerta culturale della città valorizzandone la vocazione. Occhi puntati, adesso, sulle location che si aggiungeranno al centro storico a partire dalla prossima edizione.

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