Tende di cartone, design dell’emergenza in San Donato foto

Un accampamento di cartone è stato allestito questa mattina (19 settembre) negli spazi esterni della Cavallerizza, tra le due porte intitolate a San Donato – la vecchia e la nuova, e lì rimarrà fino al 27 settembre. Tende, dalla linea minimale e accattivante, realizzate con comuni formati di cartone industriale, semplici da assemblare e tra loro componibili. Oggetti di arredo urbano ecosostenibili ma anche supporti abitativi veloci e a costo ridotto per fronteggiare situazioni di emergenza, come ad esempio un terremoto o altre calamità, pensati da Nicolas Bertoux per Cartasia Lucca Biennale, della cui sezione outdoor è anche direttore artistico.

Francese di origini ma versiliese di adozione, l’autore di Pirouette – questo il nome della tenda modulare in cartone – aveva presentato l’idea in anteprima agli inizi di agosto, durante i ‘network days’ che avevano aperto la manifestazione. Oltre a lui, non sono mancati all’inaugurazione di questa mattina Emiliano Galigani, direttore generale di Cartasia Lucca Biennale, e gli assessori del Comune di Lucca Valentina Mercanti e Serena Mammini.
“Ringrazio la città di Lucca – ha detto Bertoux – per aver accolto questa piccola sfida. Si possono sviluppare soluzioni leggere per contesti diversi: penso ai grandi concerti, quando le persone si accampano fuori anche due giorni prima, o alle stazioni ferroviarie, dove vanno a ripararsi spesso i senzatetto. Mi piacerebbe – ha continuato Bertoux – che soggetti di volontariato come la Croce Rossa, spesso impegnati nell’accoglienza e nella gestione dell’emergenza, prendessero in considerazione questo tipo di struttura”. Soddisfatto anche Emiliano Galigani, direttore generale di Cartasia: “L’impegno della Biennale è di dedicare una sempre maggiore attenzione al design e all’architettura, ambiti in cui il cartone ha grandi possibilità di espressione. Abbiamo scelto di allestire in questo spazio le ‘piroette’ di Bertoux – ha spiegato Galigani – per continuità visiva con l’installazione architettonica realizzata dagli studenti dell’università Tongji di Shanghai. A differenza delle opere d’arte in mostra, le tende dovranno essere toccate, vissute, scarabocchiate, personalizzate: invito la città – ha concluso – a fare esperienza di questi spazi nuovi”. Un design dell’emergenza che tuttavia può diventare anche gioco per bambini, spazio relax per leggere un libro al riparo dal sole delle stagioni calde. L’inaugurazione di questa mattina è stata anche l’occasione per fare il punto sulla Biennale e sulla relazione tra Lucca e la carta. “Ringrazio Cartasia – ha detto l’assessore alle attività produttive Valentina Mercanti – per aver accettato gli spazi del Mercato del Carmine come luoghi per alcune mostre indoor: questo utilizzo, insolito, era una sorta di sfida e oggi possiamo dire che è stata vinta. Lucca è città della carta, in tante forme: è sulla carta che si stampano i fumetti, i comics, ed è il comparto dell’industria cartaria che ci vede all’avanguardia nel manifatturiero. Cultura e industria, quindi: un binomio che ha bisogno di coordinamento e visione lunga, che può avere importanti ricadute economiche per la città e che ci vede e ci vedrà impegnati”. “La carta è parte della nostra cultura, è una presenza indigena – ha sottolineato l’assessore all’urbanistica Serena Mammini – ed è un peccato che, al momento, manchi un luogo univoco per esprimere il legame tra la carta e la città. Uno spazio come un museo, ad esempio, sebbene la parola oggi appaia obsoleta. Cartasia ringrazia Lucca e Lucca ringrazia Cartasia, dunque, perché è dall’unione delle due realtà che si genera una bellezza del tutto originale. Non sottovalutiamo – ha continuato Mammini – quanto l’esperienza dei nostri spazi urbani possa colpire chi li vive per la prima volta. Siamo qua oggi, con alle spalle porta San Donato vecchia, che abbiamo spesso immaginato come quinta teatrale ideale per spettacoli all’aperto e chissà che le idee messe in circolo in momenti come Cartasia non possano fare la loro parte per questo obiettivo. Quest’anno la Biennale ha utilizzato gli spazi del Carmine, ma è stato un fuori programma: Comune e Cartasia hanno dovuto fronteggiare un imprevisto organizzativo e lo hanno fatto con resilienza perché dalla soluzione trovata si è aperto un nuovo scenario, un nuovo stimolo per la città. Ci auguriamo di procedere in questa direzione”.

 

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