Libri sulla Lucca del 700 donati alle scuole

La casa editrice PubliEd di Romano Citti ha destinato 500 copie del primo volume del catalogo Lucca 700-800 tra Repubblica e Principato agli istituti superiori del territorio. Un lavoro prezioso, pubblicato nel 2011 grazie a un importante investimento delle due fondazioni bancarie, della Provincia e del Comune di Lucca, che da lunedì (13 marzo) diventerà “patrimonio delle biblioteche scolastiche e riconoscimento per gli alunni più meritevoli”, come assicura Donatella Buonriposi, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale.

Il volume, ricorda l’editore, è frutto di 22 anni di lavoro dell’architetto Velia Gini Bartoli e si completa con una seconda uscita più recente, del 2014, stampata in una tiratura più limitata perché, nel frattempo, per l’ente provinciale era divenuto impossibile contribuire a questo genere di iniziative culturali. “Speriamo comunque di poter stampare ulteriori 500 copie anche del secondo volume – commenta Citti – anche grazie all’interesse delle scuole”. Il volume 1, oltre alla ricostruzione narrativa dell’ampio lavoro di archivio, comprende 3 carte di 9 mq ciascuna di sezioni del centro storico di Lucca compreso nel perimetro delle Mura rinascimentali, mentre il volume 2 ne contiene altre 5. “Abbiamo ricostruito l’immagine della città prima che il ducato, intorno alla metà dell’ottocento, effettuasse il primo rilievo catastale”, spiega Giorgio Tori, direttore dell’archivio di stato quando il progetto di Gini Bartoli è partito. “Il nostro archivio conserva un grande patrimonio notarile e ogni atto di vendita di proprietà immobiliari è corredato da un disegno dei geometri del tempo, gli agrimensori, con tanto di misure espresse in piedi. Inoltre, ci sono le bozze degli atti, caso unico per gli archivi italiani, e i terrilogi delle proprietà, che hanno permesso all’architetto di ricostruire isolato per isolato”. “Voglio sottolineare che il mio è un lavoro tecnico e pragmatico – precisa subito Velia Gini Bartoli – che è stato messo a servizio dei professionisti. Non è un caso se il volume è stato acquistato immediatamente dal collegio dei geometri: chi si trova a effettuare degli interventi nel centro storico non può non tenere conto delle modificazioni successive del tessuto costruito”. Grazie a questa donazione, i ragazzi e i loro docenti potranno acquisire una memoria documentaria e sviluppare una riflessione sui mutamenti di una città considerata conservativa. “La città è come l’uomo – chiosa l’architetto Gini Bartoli – se perde la memoria, impazzisce”. Il lavoro restituisce il tracciato delle vie dell’acqua e contezza delle numerose torri, una per ciascun abitato, precedenti alla signoria di Paolo Guinigi e poi abbassate perché non ve ne fossero di più alte della sua. Oltre all’archivio di stato, fonti documentarie del lungo lavoro dell’architetto sono stati gli atti del tribunale di prima istanza (che trattava anche diatribe banali di vicinato, alle quali si allegavano rappresentazioni grafiche delle proprietà) e l’archivio storico diocesano. “Sono felice di aver potuto lasciare, con questo lavoro, uno strumento di lavoro utile per i professionisti. Come architetto, questa è la mia più grande soddisfazione personale”, conclude Velia Gini Bartoli, subito invitata a raccontare gli esiti del suo lavoro agli studenti dell’indirizzo architettura del liceo artistico Passaglia dalla dirigente Maria Pia Mencacci. L’interesse alla forma della città prima dell’istituzione del catasto, ben dettagliata dal volume, è stato raccolto anche dalla preside del Machiavelli, Iolanda Bacci, dalla vicepreside del Carrara, Nottolini e Busdraghi, Emanuela Benvenuti e dal vicepreside Marcucci del Fermi.

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