Al Museo della Liberazione una sezione sugli esuli istriani

Venerdì (24 marzo) alle 10 a Lucca, al Museo della Liberazione, a 70 anni dal trattato di pace di Parigi, verrà inaugurata una vetrina dedicata alla storia dell’esodo istriano, fiumano e dalmata, per ricordare e restituire dignità a questa pagina di storia per troppi anni dimenticata. Interverranno all’evento Nadia Stossi, Delegata nominata per Anvgd di Lucca, Andrea Giannasi, direttore scientifico del Museo della Liberazione di Lucca, e Matteo Garzella, Presidente consiglio comunale di Lucca. Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e quasi 350 mila persone scelsero davanti ad una situazione difficile e pericolosa di lasciare le proprie terre natali destinate ad essere jugoslave per ricongiungersi con la madrepatria e proseguire la loro vita in Italia.

“Intere famiglie – spiega una nota del museo della Liberazione – impacchettarono le loro poche cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici. Davanti a loro difficoltà, povertà, insicurezza, e spesso diffidenza per ragioni politiche. Centonove furono i campi profughi sparsi in tutte le città italiane, che li accolsero. Tra questi, molti si stanziarono anche nella città di Lucca, all’interno del Real Collegio e in altri edifici per lo più vicini alla Manifattura Tabacchi, nei quali organizzarono per anni la loro vita. A Lucca dunque per la prima volta sarà possibile vedere documenti, oggetti, della memoria dell’Esodo al fine di poter raccontare anche la storia di chi subì la profonda umiliazione dell’essere allontanati dalla propria terra. Il Museo della Liberazione nel ricordare gli orrori di tutti i totalitarismi intende dunque ricordare anche le barbarie, fasciste, naziste e comuniste compiute nella penisola balcanica ai danni delle popolazioni civili e dei gruppi italiani, sloveni, croati e serbi”.

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