Restaurato il transetto della cattedrale: i lavori nel dettaglio

Il soffitto della cattedrale di San Martino torna ad essere un unico cielo azzurro tempestato di stelle e immagini sacre. Si sono conclusi infatti i lavori alle campate orientali del transetto nord della chiesa, che riconsegnano ai fedeli e a tutta la cittadinanza una struttura completamente restaurata nei suoi interni al termine di una monumentale campagna durata oltre 10 anni.
Un giorno da ricordare, che si celbererà lunedì (3 aprile) alle 11,30 in cattedrale alla presenza dell’arcivescovo di Lucca, Monsignor Italo Castellani, del rettore dell’ente cattedrale, Don Mauro Lucchesi, del sindaco, Alessandro Tambellini, del soprintendente, Luigi Ficacci e del presidente della Fondazione Cassa Risparmio di Lucca, Arturo Lattanzi.
E proprio il contributo della Fondazione è stato decisivo per portare a termine i lavori, finanziati dall’ente di San Micheletto per 850 mila euro sui circa 950 mila necessari al pieno recupero delle due campate, le cui spese sono state coperte, per il resto, dall’ente cattedrale. Fondazione che negli ultimi dieci anni ha stanziato oltre 9 milioni di euro per i lavori di riqualificazione della cattedrale, che solo un anno fa inaugurava le due campate occidentali del transetto nord e la scorsa estate poteva festeggiare l’apertura al pubblico della torre campanaria, “fresca” di un accurato restauro estetico e strutturale.

I lavori appena conclusi restituiscono finalmente alla piena fruizione l’intero transetto nord, da anni inaccessibile poiché oggetto di importanti interventi (prima di consolidamento e risanamento statico, infine di restauro) che, di fatto, ne hanno impedito qualsiasi utilizzo, compreso quello liturgico. L’intensificazione delle attività durante questi ultimi due anni, resa possibile dalla fattiva collaborazione tra committente, tecnici incaricati, ditte esecutrici e soprintendenza – l’organo preposto alla sorveglianza – ha consentito un efficace coordinamento delle fasi di lavoro e il
rispetto di un serrato cronoprogramma. Come negli altri cantieri che hanno permesso il recupero degli interni, le maestranze coinvolte sono state decisamente eterogenee: dai restauratori delle decorazioni pittoriche sulle volte a quelli che hanno risanato le membrature lapidee, dagli intagliatori che hanno curato gli stalli lignei nella Cappella del Santuario ai mastri vetrai che si sono occupati delle vetrate del transetto.
Una equipe composita e perfettamente coordinata che ha consentito di riportare alla luce brani importanti della storia dell’arte lucchese. Il restauro delle volte infatti completa il recupero delle decorazioni realizzate intorno al 1881 da Enrico Ridolfi e Michele Marcucci, mentre di grande importanza è la “riscoperta” del monumento funebre dei vescovi Guidiccioni, scenografica architettura marmorea del XVII secolo che introduce alla bellissima Cappella del Santuario.
Proprio il recupero della Cappella, costruita tra 1626 e il 1657, rappresenta la nota più lieta: si tratta di uno degli interventi più impegnativi tra quelli ultimamente compiuti, con la revisione della copertura, il risanamento delle strutture murarie, il recupero degli intonaci e degli stucchi e il restauro delle decorazioni pittoriche.
Uno splendido scrigno che ha potuto di nuovo accogliere la rinascimentale pala della Madonna con il bambino fra i santi Giovanni Battista e Stefano, dipinta da Fra’ Bartolomeo nel 1509, tolta dalla sua collocazione in cattedrale oltre venti anni fa, prima dell’inizio dei lavori, e ospitata per tutto questo tempo nel museo nazionale di Villa Guinigi.
Uno dei principali monumenti della città, fulcro della devozione lucchese e tappa irrinunciabile degli itinerari turistici, vede dunque completamente recuperate le sue strutture interne: chi oggi entra nella chiesa può ammirare a pieno la complessa stratificazione di stili che la compongono, la bellezza delle singole opere d’arte recuperate, la grazia che si scopre nei più piccoli dettagli, e di certo non potrà sfuggirgli l’amore e l’attenzione con cui Lucca si è presa cura del suo tempio più bello.

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