A Lucca il rapporto italiani nel mondo: sono quasi 4,5 milioni

All’Auditorium della Fondazione della Banca del Monte è stato presentato il libro Rapporto Italiani nel Mondo 2013, iniziativa voluta e organizzata dall’Associazione Lucchesi nel Mondo. La pubblicazione è stata realizzata dalla Fondazione Migrantes che, ormai da tanti anni, costituisce in Italia l’istituzione più importante che segue, sia a livello statistico che sociale e culturale, i movimenti dei connazionali emigrati in tutto il mondo, nonché i flussi migratori verso l’Italia.Dopo il saluto di introduzione di Ilaria Del Bianco che ha ringraziato tutti gli intervenuti ed ha sottolineato quanto sia importante per l’Associazione Lucchesi nel Mondo conoscere sempre di più ed approfondire questo imprescindibile argomento, ha preso la parola l’avvocato Alberto Del Carlo, presidente della Fondazione Banca del Monte, che ancora una volta ha manifestato la sua soddisfazione ad accogliere e partecipare alle iniziative promosse dall’Associazione Lucchesi nel Mondo.

È, poi, intervenuto Pier Giorgio Sciaqua, dirigente nazionale del Movimento Cristiano dei Lavoratori, che ha spiegato come il Rapporto si configura quale strumento conoscitivo della mobilità italiana e strumento di sensibilizzazione della società civile sia per quanto attiene l’emigrazione che l’immigrazione. Il vescovo Italo Castellani ha sottolineato quanto le nuove mobilità siano diventate prioritarie per la Chiesa che deve essere compagna di vita ed educare all’incontro e al dialogo interreligioso.
Di particolare interesse è stato l’intervento di Delfina Licata della Fondazione Migrantes e curatrice della pubblicazione, che ha specificato come a gennaio 2013 i cittadini italiani iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), residenti fuori dai confini italiani, fossero ben 4.341.156, un numero in forte incremento che mette in evidenza una ripresa dell’emigrazione italiana. La ripartizione continentale dei dati statistici del Rapporto 2013 ribadisce che la maggior parte dei connazionali residenti fuori dall’Italia si trova in Europa; seguono l’America e, a larga distanza, l’Oceania, l’Africa e l’Asia. Le comunità di cittadini italiani all’estero numericamente più  importanti continuano ad essere quella argentina, quella tedesca, quella svizzera, la francese e la brasiliana. Poi troviamo il Belgio, gli Stati Uniti e il Regno Unito.
Grande stupore ha colto tutti i presenti quando la dottoressa Licata ha riferito che oltre 13mila italiani, per vari tipi di reati commessi, si trovano carcerati nelle varie città del mondo ove sono emigrati.
C’è stato, successivamente, l’intervento dell’onorevole Franco Narducci, presidente Unaie (Unione Nazionale Associazioni Immigrazione ed Emigrazione) il quale ha posto l’attenzione sulla nuova mobilità dei giovani italiani, che deve rappresentare un’opportunità di crescita e non una fuga di cervelli. Narducci si è anche soffermato sulla necessità di riformare la legge sulla cittadinanza e sul voto all’estero, alla luce delle nuove mobilità. I problemi da superare, ha continuato Narducci, sono tanti, tra cui quelli che riguardano i tagli delle rappresentanze consolari ed il mancato potenziamento dello studio della lingua italiana nel mondo.
Su invito della presidente Ilaria Del Bianco, che ha sollecitato interventi da parte del pubblico, è intervenuto l’architetto Bisordi il quale, da ex emigrante, ha tenuto a sottolineare quanto sia enorme la differenza tra la nostra emigrazione e le modalità in cui si è svolta, e gli immigrati di oggi, regolari e non. A questa osservazione ha risposto l’onorevole Franco Narducci precisando che non dobbiamo dimenticare che in Italia prestano la loro attività centinaia di migliaia di badanti e di operai comuni nei settori agricolo ed industriale, tutti immigrati disponibili a svolgere attività lavorative cui gli italiani, almeno fino ad oggi, hanno rinunciato.

 

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