Picchi: “No al privato nelle utilities”

Rifiuti, no alla privatizzazione dell’azienda che gestirà il settore per l’Ato Costa. A dirlo è l’ex presidente di Sistema Ambiente, Liano Picchi. “Da alcune settimane – dice Picchi – stiamo assistendo ad uno scontro tra diversi sindaci della Toscana e la Regione sulla necessità o meno di privatizzare un’importante quota della società di raccolta e smaltimento rifiuti dell’intero Ato Costa. Avendo ricoperto per oltre otto anni la carica di presidente dell’azienda di igiene urbana di Lucca dove ho vissuto, purtroppo, il processo di privatizzazione del 47 per cento delle sue quote, ritengo di poter a buon titolo esprimere un giudizio fondato in merito”.

“In quell’epoca, infatti – spiega Picchi – ancora molti, in buona fede, credevano che i privati apportassero un know-how capace di risolvere i numerosi problemi legati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, e che detenessero inoltre, gli ingenti capitali necessari per l’innovazione dei servizi. In breve tutto ciò si rivelò un enorme abbaglio. Nacquero da subito insanabili scontri nel consiglio di amministrazione tra la parte pubblica, schierata a difendere gli interessi dei cittadini, e la parte privata “fortemente motivata” invece ad incrementare gli utili da produrre e i dividendi da distribuire. Confrontandomi con altre realtà nazionali del settore, compresi però che tale atteggiamento, rappresentava una caratteristica comune a tutti o quasi i casi di società miste pubblico private delle utilities (luce, acqua, gas). Di fronte ai dubbi più che legittimi della cittadinanza che teme rincari generalizzati, i politici di turno sbandierano che la maggioranza delle quote resterà in mano pubblica, ma questo più che costituire una garanzia per i cittadini si risolve quasi sempre invece in un vero specchietto per le allodole, che permette al privato di coltivare la sua rapacità dietro una formale parvenza pubblica”.
“Al pubblico – è l’opinione di Picchi – spetta infatti la carica poco più che rappresentativa di presidente, mentre al privato va l’amministratore delegato, che tra patti sociali e para-sociali ha praticamente in pugno l’intera operatività aziendale. La parte pubblica nel cda spesso è ricoperta da politici non eletti o non graditi nella giunta che raramente però hanno competenze specifiche nel settore in cui vanno ad operare. Inoltre a causa della relativamente breve durata delle nomine politiche rispetto a quelle permanenti di parte privata, ne consegue che anche nel caso non frequente che vogliano veramente arrivare a scontrarsi con la parte privata, difficilmente riuscirebbero a spuntarla vista la maggiore esperienza maturata da questi ultimi.
Insomma una battaglia quasi persa in partenza i cui danni ricadono sulle spalle dei cittadini”.
“E potrei anche continuare – conclude Picchi – elencando molti altri motivi per evitare il sorgere o il sopravvivere di queste società mangia-soldi dannose per la collettività in generale, particolarmente poi se si considera che in questo caso si tratta di un settore delicato e pericoloso come quello della raccolta e smaltimento rifiuti”.

Liano Picchi ex presidente di Sistema Ambiente

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