Ciclista giramondo: “A Lucca l’accoglienza migliore” foto

Da Roma alla Siberia e ritorno. Ha fatto tappa a Lucca il viaggio intorno al mondo in bicicletta di Janus River, arzillo ottantenne di origini russo-polacche che, da 17 anni, fa il giro del mondo a cavallo della sua bicicletta. Janus, che viveva Fregene, ha visitato 154 paesi e percorso con la sua bicicletta oltre 350 mila chilometri, circa 10 volte il giro del mondo. Dopo aver concluso il suo ultimo viaggio tornando in Siberia dov’è nato, Janus è voluto tornare in Italia per fare il giro di tutta la penisola prima di ripartire alla volta di Sud America, Oceania e Cina. Lo abbiamo incontrato oggi (7 dicembre) agli Orti di via Elisa dove lo chef Samuele Cosentino ha donato a River un libro di ricette lucchesi con una dedica speciale. River ha detto che a Lucca ha trovato “l’accoglienza migliore del mondo”.

Come si è trovato a Lucca Janus?
“Venendo dalla Liguria, mi avevano detto che i lucchesi erano tirchi. Tutte balle: qua a Lucca ho ricevuto la migliore ospitalità che abbia mai avuto. Sono stato accolto dal sindaco Tambellini e dal presidente della provincia Menesini. Mi hanno accolto nei posti più belli della città: ho passato la notte a Palazzo Rocchi e sono stato ospite nei locali migliori della città, la Buca di Sant’Antonio e gli Orti di via Elisa e il bar Turandot in piazza San Michele. Nessuno ha voluto soldi. Sono stato davvero impressionato dalla bellezza della città e dalla vostra ospitalità. Non credo che Pisa potrà fare di meglio”.

Perché è voluto tornare in Italia?
“Per la cucina. Ho vissuto in Italia per 30 anni: sono nato in Siberia da madre russa e padre polacco. Quando venne eletto papa Giovanni Paolo II mio zio, che lavorava per lui, mi ha fatto arrivare qui. Risulto ancora ufficialmente residente a Roma. Sono stato un impresario nel mondo del calcio e dello spettacolo. Dopo aver girato il mondo e prima di dedicarmi ai miei ultimi obiettivi, sono voluto tornare qui perché amo questo Paese. Ho incontrato persone e bambini di tutto il mondo e tutti mi chiedono dell’Italia: del cibo, del calcio, della moda. Ha fatto da ambasciatore del vostro Paese. Prima di dedicarmi ai miei ultimi obiettivi, sono voluto tornare qui per fare il pieno di energie con la vostra meravigliosa cucina”.

Janus può vantare diversi record
“In questi anni, non ho mai forato nemmeno una volta, grazie anche a degli speciali copertoni che mi vengono donati da un’azienda tedesca. E poi, da quando sono partito 17 anni fa, non ho più dormito in un letto: in Europa, sono sempre ospitato da qualche parte ma nel resto del mondo è più difficile e quindi mi sono abituato a dormire per terra con il sacco a pelo”.

Ma come le è venuta in mente l’idea di girare il mondo in bicicletta?
“Nel 1999 si parlava tanto dell’arrivo della fine del mondo. Tutti i giornali ne parlavano. E io pensavo che sarebbe stato assurdo morire a Fregene: volevo fare ancora molte cose. Il 30 dicembre del 1999 lessi un articolo di uno studente italiano che aveva fatto il giro d’Europa in bicicletta. Non ci ho dormito per tutta la notte e il giorno dopo ho deciso di partire, senza dirlo a nessuno. Un amico mi ha donato una bicicletta e con quella sono partito per le Canarie. Da lì, ho iniziato il mio viaggio. Ho visitato 154 paesi e parlo 20 lingue. Vivo con 3 euro al giorno, grazie alla benevolenza delle persone che sono disposte ad ospitarmi”.

Cosa farà adesso Janus?
“Dalla Siberia, ultima tappa del mio viaggio, sono tornato in Italia, viaggiando tre giorni e tre notti in treno e autobus, e ho ripreso il mio viaggio da Messina. Adesso farò il giro d’Italia e poi non avrò più niente da fare in Europa. Vorrei partire per l’America del Sud, poi l’Oceania e poi vorrei arrivare a Pechino nel 2028 quando avrò 91 anni. Se starò ancora bene, ma è impossibile, vorrei finire la mia vita viaggiando per le isole dell’Oceania come Bora Bora. Credo sarebbe un bel posto dove passare i miei ultimi giorni”.

Luca Dal Poggetto

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