Impianti di inerti, ricorso contro piano strutturale

Un ricorso straordinario al presidente della Repubblica, per chiedere di annullare l’approvazione definitiva del piano strutturale, arrivata nel consiglio comunale del 24 aprile scorso. A presentarlo è stata l’azienda Puccetti spa di Monte San Quirico e le motivazioni che hanno spinto i rappresentanti della ditta di manutenzioni e lavorazione di inerti a rivolgersi al Capo dello Stato riguardano, in particolare, gli atti contenuti nel nuovo strumento urbanistico del Comune di Lucca relativi agli impianti di trattamento inerti situati nelle aree lungo il fiume Serchio e di cui il piano strutturale, recependo le indicazioni del piano paesaggistico regionale, prevede la delocalizzazione.

Non finisce qui. Perché l’azienda ha anche proposto una istanza di sospensione del piano, in attesa di una decisione di merito. Contro il ricorso, la giunta Tambellini si sta già muovendo. L’amministrazione comunale, sulla scorta anche del parere del responsabile del settore lavori pubblici e urbanistici, Antonella Giannini, che ha ravvisato “e motivato – si legge nella delibera della giunta – l’insussistenza di validi motivi per il riesame in autotutela dell’atto impugnato”, ha deciso di difendersi nelle sedi opportune chiedendo tuttavia che il ricorso sia ‘traslato’ e quindi esaminato davanti al tribunale amministrativo regionale. Per questo motivo il Comune ha affidato la sua difesa agli avvocati Luca Campinoti e Carmela Di Filippo dell’avvocatura comunale.
La scelta di chiedere la trasposizione del ricorso al Tar, dal punto di vista del Comune, ha diversi obiettivi e parte dalla considerazione che “il ricorso straordinario non introduce un processo giurisdizionale, con tutte le garanzie di difesa e partecipazione della parti – si legge nell’affidamento dell’incarico ai legali del Comune – ma un mero rimedio giustiziale in cui non vi sono udienze pubbliche né termini perentori di conclusione del procedimento”.
Non solo. Al Tar sono già pendenti due contenzioni inerenti temi dell’urbanistica e la discussione di quest’ultimo ricorso al tribunale amministrativo regionale, eviterebbe, nell’ottica del Comune, anche il rischio di incorrere in decisioni contrastanti da parte dei giudici.
La questione della delocalizzazione dall’area del fiume Serchio degli impianti di lavorazione degli inerti è controversa ed è stata al centro di diversi tavoli di concertazione voluti proprio dall’amministrazione comunale ancora prima che si arrivasse all’approvazione definitiva del nuovo piano strutturale. In particolare, già nel dicembre del 2014, quindi quasi tre anni prima dalla delibera di approvazione del nuovo strumento, il Comune di Lucca aveva siglato un protocollo d’intesa con l’Autorità di Bacino, l’associazione industriali e le aziende coinvolte, in tutto 8 imprese. L’iter aveva proposto la predisposizione della varianti urbanistiche necessarie al trasferimento delle attività che sarebbe dovuto avvenire entro il 31 dicembre 2014. Tuttavia, con il piano paesaggistico regionale in vigore, nuovi siti indicati dalle stesse aziende non erano risultati più compatibili e il Comune aveva richiesto alle imprese coinvolte di indicare eventuali altri siti per la ricollocazione delle attività lavorative.

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