Pendolaria, migliorati i treni della Lucca Firenze

Una Toscana che viaggia a due velocità. Da un lato, una regione virtuosa rispetto a tante altre, con continuità negli stanziamenti, innovazione del servizio e aumento quantitativo su specifiche linee. Dall’altro, una regione ancora troppo sbilanciata verso il trasporto su gomma. È questa l’immagine della mobilità regionale che emerge dal rapporto di Legambiente Pendolaria dedicato alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno. “Ancora una regione a due regimi, troppo sbilanciata sulla gomma e, nel campo ferroviario, ancora troppo dipendente dal servizio al top dell’alta velocità – dichiarano Fausto Ferruzza e Fabio Tognetti, rispettivamente presidente e responsabile mobilità di Legambiente Toscana –. Anche se non dobbiamo sottovalutare i passi avanti compiuti e gli sforzi notevoli sugli investimenti, dimostrati dal fatto che solo la Provincia Autonoma di Trento fa meglio della Toscana sulla percentuale del bilancio destinata al miglioramento del servizio per i pendolari. C’è ancora molto da fare: in Toscana, dal 2010 al 2017, la media dei tagli ai servizi è stata del -1,7% e la media degli aumenti tariffari del +25,3%. Per non parlare dell’età media dei convogli in circolazione che è di 11,4 anni, mentre quelli con più di 15 anni sono il 12, 2% per un totale di 410 treni. Per quanto riguarda, invece, la spesa regionale per tutte le infrastrutture così si presenta: per le strade 748,94, per le ferrovie 315,43 con un valore percentuale sul totale 2003 – 2017 di 70,3% per le strade e 27,5% per le ferrovie. Dati e percentuali, questi ultimi, che in assoluto non possono soddisfarci”.
Positiva la situazione per quanto riguarda la linea Firenze-Pistoia-Viareggio-Lucca che ha visto il mantenimento di tutte le stazioni, nonostante la spending review e la soppressione di tre coppie di treni lenti sulla tratta Lucca-Pistoia. Una situazione che dovrebbe ulteriormente migliorare quando sarà ultimata l’opera di raddoppio dei binari.

È dal 2000 che le Regioni hanno la piena responsabilità per quanto riguarda le politiche in materia di servizio ferroviario locale. Sono infatti subentrate allo Stato nel ruolo di interlocutore con i diversi concessionari che erogano il servizio regionale e dal 2001 hanno avuto trasferimenti di risorse già destinate al finanziamento del servizio ferroviario locale. Alle regioni spetta, infatti, il compito di garantire la qualità del trasporto ferroviario locale dato che sono loro a definire il Contratto di Servizio (la cui proroga è prevista per la Toscana entro il 2023 con un contratto di 6 anni + 3) con i gestori dei treni e ad individuare i capitoli di spesa nel proprio bilancio, per aggiungere risorse a quelle statali per potenziare il servizio e per il materiale rotabile (treni nuovi e riqualificati).
Le Regioni non sono tutte uguali, come si evince dal rapporto, e la Toscana è tra quelle più virtuose in questo senso. Lo stanziamento per il servizio ferroviario nel 2016 è stato di 88,7 milioni. In valore monetario, tra il 2006 ed il 2016 sono stati investiti complessivamente oltre 428 milioni di euro per il sistema ferroviario, di cui 427 solo per i servizi aggiuntivi. Le penali applicate dalla Regione Toscana per i disservizi (puntualità, pulizia, numero di carrozze dei convogli eccetera) nel periodo 2001-2016 corrispondono a 12,54 milioni di euro, la cui destinazione delle risorse va in rimborsi agli utenti.
La Toscana è tra le regioni con maggior domanda di trasporto pendolare: l’estensione della rete ferroviaria regionale è di 1.563 chilometri, con 926 treni giornalieri. Il numero dei viaggiatori al giorno è di 234.000, mentre quello degli abbonati è di 57.800 ed i diversi gestori presenti sono Trenitalia ed il Trasporto Ferroviario Toscano.
Buone notizie, si diceva, dalla linea Firenze-Pistoia-Lucca-Viareggio dove giunge finalmente a compimento il lavoro di rimodulazione dell’offerta reso necessario dalla spending review: l’esito è stato positivo, con il mantenimento di tutte le stazioni e la soppressione di tre coppie di treni lenti sulla tratta Pistoia-Lucca in fasce orarie non dedicate ai pendolari. Si tratta infatti dell’area tra Firenze, Pistoia, Lucca, Pisa, Livorno dove nel raggio di circa 100 chilometri vive il 40% della popolazione regionale e ove sarebbe di fondamentale importanza il raddoppio dei binari ad ovest di Pistoia proprio perché i treni provenienti da Lucca sono quelli che provocano ritardi verso Firenze. Negli scorsi mesi la Regione si è impegnata ad avviare il raddoppio della tratta Lucca-Pistoia, che permetterà di sanare questa situazione, con un finanziamento di ben 455 milioni di euro, di cui 220 sono a carico del Governo e 235 della Regione. Di questi ultimi, come si diceva, 36 milioni sono già stati attivati per il superamento dei passaggi a livello della tratta.
In conclusione, Legambiente ha voluto lanciare alcune proposte per migliorare ulteriormente la vita dei pendolari: ruolo più incisivo del Ministero delle infrastrutture e trasporti che deve diventare il regista di una nuova politica dei trasporti in Italia; più treni sulle linee ferroviarie facendo diventare il servizio ferroviario sempre più competitivo; Dare priorità agli investimenti infrastrutturali nelle città cercando di superare il gap che le separa dalle grandi conurbazioni europee; una politica di interventi che permettano di ridurre i tempi di percorrenza e inaugurare nuove tratte ferroviarie; indirizzare le risorse che ci sono per rilanciare gli investimenti infrastrutturali.

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