Madonne Bianche: “Parco subito o lo faremo altrove”

“Parco subito alle Madonne Bianche o proveremo ad aprirne altri cento”. Questo il messaggio scritto a chiare lettere sulla bacheca Facebook della Polisportiva Autogestita Madonne Bianche. Dopo il presidio di venerdì davanti a Palazzo Orsetti i ragazzi tornano a far sentire la loro voce in rete, rilanciando il loro progetto/proposta: “C’è un parco in città di proprietà di tutti ma amministrato da qualcuno – dicono, senza mai citare il Comune – Dopo 10 anni di abbandono e tentativi di affidamento falliti il parco delle Madonne Bianche si trovava nel degrado, senza un presente e senza un futuro. Un giorno un insolito aggregato sociale composto da famiglie, studenti, pensionati e bambini, credendo che quel parco avesse un ruolo importante per il quartiere, decise di darsi da fare per renderlo di lì a poco nuovamente fruibile. Era bello vedere il parco riqualificato: i bambini giocavano nel parco giochi, i più grandi a tennis,basket e calcetto; gli adulti, gli anziani e i ragazzi socializzavano assieme e discutevano su come utilizzare quegli spazi dimenticati per tanto tempo; di come riassestare il campo da calcio e sulla possibilità di coltivare collettivamente i campi agricoli lasciati in abbandono dagli amministratori.  Per la prima volta quelle persone erano protagoniste di un’esperienza comune che fin da subito vide la partecipazione di grandi e piccini. Ma presto successe qualcosa e la polizia impedì ai bambini e alle famiglie di tornare a giocare: il parco venne chiuso e chi fino a quel momento se ne era preso cura venne chiamato abusivo dai giornali locali”.

“Ora quel parco è nuovamente abbandonato e qualcuno – proseguono – sta cercando di svenderlo; si chiedono dei soldi che gli abusivi non hanno e non ritengono giusto investire: a loro il parco piaceva così com’era. E i giochi, le partite a ping pong, le merende e i progetti? Qualcuno non ritiene che gli abusivi siano degni di una risposta. Quello che sta succedendo in quel parco a pochi chilometri dal centro storico è l’immagine di come viene amministrata la città… Sempre più spazi pubblici sono abbandonati al degrado i quali o vengono messi in vendita ai privati o sono ristrutturati alle fondazioni bancarie che decidono in che modalità e a chi debbano essere affidati. Mentre qualcuno nasconde dietro la parola legalità la propria faccia repressiva, un’altra città sta cercando  di emergere: una città che crede nei beni comuni e nell’aggregazione dal basso, composta da chi non si  riconosce nelle vetrine del Fillungo, una città alla quale fino ad oggi sono stati negati i canali per esprimersi. Quel parco faceva paura perchè stava diventando un modello da seguire: al suo interno si discuteva troppo e a qualcuno non piace chi discute. Noi quel parco lo rivogliamo perchè era espressione di noi stessi, perchè là dentro ci sono ancora le nostre speranze e i nostri progetti”.
“Siamo molto arrabbiati – chiudono i giovano – con qualcuno e se non ci ridarà quel parco ci organizzeremo per riaprirne altri 100”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.