Dipendenza da azzardo in crescita: progetto per combatterla

Nessuno è al sicuro dalla possibilità di sviluppare ludopatie, l’unica difesa è quella di non giocare. Questo almeno è quello che emerge dall’indagine fatta nel 2013 dal Sert della Asl 2 e illustrata in occasione della presentazione del progetto Gambling nella rete, come coniugare e implementare un progetto di intervento tra prevenzione e trattamento, alla fondazione Banca del Monte di Lucca. I dati parlano chiaro, le ludopatie riscontrate colpiscono anche se in misura minore tutte le fasce sociali in tutte le età. Nel corso del 2013 si sono rivolte al sert 89 persone adulte di queste 42 sono occupate e 17 pensionate, 52 dei quali spostate o con convivente. In questo campione non mancano i giovani al di sotto dei 29 anni, in 9 sono seguiti dalle strutture sanitarie.

I recenti studi epidemiologici della Regione sostengono che la patologia colpisca dall’ 0,8 per cento all’1,5 per cento della popolazione adulta, mentre tra i giovani quelli che sviluppano ludopatie come indicatore statistico sono intorno al 3 per cento. Fra gli studenti toscani di età compresa tra i 14 e 19 anni è stata rilevato che il problema della dipendenza da gioco d’azzardo colpisca circa l’9,8 per cento.
In inglese in modo più sintetico questo fenomeno viene definito come gambling, termine che significa giocare d’azzardo e che in psicologia indica la patologia collegata, in toscana ha incidenze diverse da provincia a provincia.
Una dipendenza che negli ultimi hanno ha visto aumentare le sue vittime e che vede essere contrastata non solo aiutando chi ormai è entrato nelle statistiche delle persone che hanno comportamenti patologici, ma deve essere contrastata attraverso la prevenzioni sui giovani. Propri per questo la Fondazione Banca del Monte si è fatta promotrice del progetto Gambling nella rete, come coniugare e implementare un progetto di intervento tra prevenzione e trattamento progetto che ha messo appunto in in rete Ceis Giovani e Comunità, Caritas della Diocesi, Prefettura, Provincia e Usl 2 di Lucca. Il tentativo è quello di coniugare e implementare un progetto di intervento tra prevenzione e trattamento che mira a realizzare azioni di sistema per contrastare il fenomeno della dipendenza da gioco attraverso diverse fasi: la prevenzione e l’informazione sul fenomeno, il trattamento dei giocatori con particolare attenzione agli adolescenti e il sostegno ai giocatori problematici e ai loro nuclei familiari.
La complessità dei bisogni del giocatore e della sua famiglia e la carenza di fondi a disposizione hanno messo in evidenza come la questione non sia affrontabile da un singolo servizio specialistico ma debba essere vista in un’ottica di sistema di più soggetti. A fronte di tali considerazioni è nato un tavolo di lavoro permanente che riunisce il Ceis di Lucca, il Sert dell’Asl, che dal 2001 ha attivato un ambulatorio per la valutazione e il trattamento del giocatore d’azzardo patologico e la sua famiglia, la Prefettura di Lucca, la Caritas diocesana, che collabora attuando percorsi complementari a quelli riabilitati, e il settore politiche sociali della Provincia di Lucca, che ha mantenuto negli anni una prassi operativa di tipo preventivo mirata al target giovanile coinvolgendo le scuole superiori. Con la collaborazione della Provincia e della Prefettura, sono infatti state coinvolte in per questo primo progetto quattro scuole secondarie di secondo grado del territorio due in Versilia e due nella Piana di Lucca, con la partecipazione di 240 studenti in diverse attività per sensibilizzare ai rischi collegati al gioco d’azzardo.
“l’Obiettivo e il motivo della decisione della Fondazione alla rete di enti che si impegneranno nel contrastare il gambling- ha spiegato il presidente della fondazione Alberto del Carlo, da un lato è quello di dare un vita più serena alle vittime e alle loro famiglie, e inoltre cercare di intervenire su un problema sociale, perché il gioco d’azzardo patologico è un problema di tuta la società. La nostra è un azione sussidiaria agli altri enti in primo luogo la prefettura per prevenire queste situazioni attraverso l’infomrazione2.
Don Bruno Frediani presidente del Ceis invee ha sottolineato: Purtroppo questo è un problema difficile da contrastare , perché vi sono interessi economici e è veramente difficile riuscire a togliere le macchinette e gli altri strumenti per il gioco d’azzardo di circolazione. Secondo Le indagini di Libera spesso dietro al gioco d’azzardo patologico vi sono organizzazioni criminali che rischioso in qualche modo ad estromettere lo Stato e poi innescano meccanismi di usura. Quindi è importante intervenire e contrastarlo come le altre dipendenze. Inoltre L’impatto delle ludopatie è devastante per le famiglie e una della poche strade per il recupero è quella di potenziare l’autostima”.
Il prefetto Giovanna Cagliostro inoltre ha anche annunciato che presto partirà una censimento di tutti quegli esercizi che ospitano le macchinette per il gioco d’azzardo. Alla presentazione dell’iniziativa vi erano anche l’assessore Vietina del comune di Lucca, Donatella Turri direttrice della Caritas Diocesana, L’assessore provinciale Federica Maineri il comandate della compagnia della guardia di finanza di Lucca e Antonio Manzelli e responsabile del Sert Ellena Pioli, che ha spiegato: “Noi come Asl avremo un compito principalmente operativo, mentre gli altri soggetti della rete avranno il compito attraverso gli sportelli di far conoscere i rischi della gioco d’azzardo in primo luogo facendo capire ai giovani belle scuole che le probabilità di vincita sono basse”.

 

 

Gabriele Mori

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