Cantiere Giovani: “Mai parlato di autogestione”

Nessun cappello ideologico sul tentativo di salvare il Cantiere Giovani. Gli studenti/utenti della struttura di via del Brennero, non ci stanno ad una ricostruzione della loro situazione che sia confusa con la protesta dei collettivi e del gruppo Torpedo contro il Comune. E precisano alcune questioni che ritengono non di secondo piano: “Ci sembra doveroso – scrivono come giovani del Cantiere che hanno organizzato e indetto la conferenza stampa del 3 dicembre scorso, riferire con precisione quanto è emerso a conclusione dell’assemblea.  È necessaria una premessa: quando è iniziato il nostro impegno per questa campagna per la salvezza del Cantiere, è stato scritto un comunicato stampa, raccogliendo a sostegno ad oggi più di 510 firme degli iscritti, che esponeva a chiare note quello che era ed è tutt’ora il nostro obiettivo e il nostro modus operandi. Sulla base di questo abbiamo iniziato la nostra opera di coinvolgimento dei giovani che frequentano il Cantiere con i quali abbiamo sempre concordato su una gestione di confronto costruttivo con le istituzioni locali”. “In primo luogo – spiegano – vogliamo sottolineare che noi giovani organizzatori della conferenza non abbiamo mai parlato di autogestione, ma il nostro unico intento è quello di preservare il Cantiere così come è sempre stato, compresa la gestione, tant’è vero che anche durante l’incontro è stato ribadito più volte questo nostro obiettivo. Per quanto concerne il fatto della gestione verticistica, informiamo chi non sa, che il Cantiere è coordinato da un comitato di gestione composto da quattro giovani rappresentanti eletti in assemblea dagli utenti, il responsabile della struttura, un rappresentante del Ceis e due rappresentanti della Provincia”.

“Riguardo a ciò che è emerso dalla conferenza – proseguono i giovani del Cantiere – riteniamo che ci siano state prese di posizione importanti, che andranno corroborate da precisi impegni finanziari e politici veri e propri. Non ci spaventa infatti che i rappresentanti istituzionali abbiano preso tempo per verificare le modalità istituzionali che salvaguardino il Cantiere nel delicato passaggio dalla Provincia ad altro ente. Il presidente della Provincia ha preso impegno di trovare, laddove il Comune si defilasse, soluzioni e garanzie alternative. Ciò viene suffragato anche dal fatto che il consigliere regionale Remaschi ha garantito che si sarebbe incaricato di dialogare con la vicepresidente della Regione, competente per le politiche giovanili, per il possibile finanziamento, anche se parziale, del Cantiere. Da parte sua il Comune di Lucca, però, a parte ribadire l’impossibilità di influire ancora sul bilancio, non ha garantito alcunché e non ha proposto nessun tipo di possibile soluzione; non vogliamo con questo pensare che un luogo che raccoglie così tanti giovani, che quotidianamente vivono e studiano, fanno cultura, sia vittima della spending review. Non vogliamo a questo punto sentire retoriche sui giovani, sulle loro frustrazioni, sulla loro assenza di lavoro, quando poi una struttura come quella del Cantiere viene chiusa nell’indifferenza istituzionale. Se poi non si dovesse trovare una soluzione definitiva, ci troveremmo costretti ad agire con altri metodi. Altro non abbiamo da dire e non vogliamo che nessuno metta sulle nostre posizioni cappelli ideologici che non ci riguardano e non ci appartengono”.

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