Anche la Caritas di Lucca si appella ai governi: “Stop alle stragi di migranti”

La Caritas Lucca condivide l’appello lanciato dalle organizzazioni cattoliche, fra cui Caritas Italiana, per mettere in atto misure coraggiose che fermino la continua strage dei migranti nel Mar Mediterraneo. “In vista della convocazione della riunione straordinaria del Consiglio Europeo chiesta dal Governo italiano riteniamo nostro indispensabile dovere – si legge nel testo dell’appello – richiamare i Capi di Stato e di Governo alle proprie responsabilità, in quanto rappresentanti di Stati che si dichiarano garanti dei diritti umani. Le organizzazioni promotrici della campagna Cibo per tutti. È compito nostro, riunite il 22 aprile in occasione dell’evento nazionale della campagna dal titolo “Cibo per tutti? Nutrire il pianeta è compito nostro”, hanno infatti un appello al Governo Italiano con richieste precise”.

Le organizzazioni in particolare chiedono che “le centinaia di migliaia di profughi che premono alle frontiere dell’Europa, spinti da guerre e fame, che muoiono in mare per il proprio sogno di felicità, sono persone, nostri fratelli, nostro prossimo. Tale valutazione – si prosegue – è in linea con il dettato costituzionale e con la Carta della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite e risponde all’antropologia cristiana nella quale noi ci rispecchiamo. Ne discende che un’iniziativa militare, fosse anche mirata, porterebbe ad una escalation di violenza, oltre a non essere efficace per risolvere il problema. Un intervento armato, fosse anche circoscritto, metterebbe a rischio i paesi europei della sponda mediterranea, inclusa l’Italia, per eventuali ritorsioni di ogni genere da parte di formazioni estremiste. Va rilevato che una pressione armata straniera impedirebbe alle numerose fazioni libiche sul campo qualsiasi forma di coesistenza con i migranti provenienti da Oriente e dall’Africa subsahariana. Tali formazioni troverebbero più conveniente provvedere allo sterminio sistematico dei profughi piuttosto che provvedere al loro mantenimento. Non accettiamo la logica del ‘ciò che non vediamo non esiste’: centinaia di migliaia di persone muoiono e subiscono violenza in Eritrea, Somalia, Sudan, Etiopia, Repubblica centro africana, Mali, Sierra Leone, Nigeria; senza dimenticare le popolazioni che provengono dal versante medio orientale come la Siria”.
E’ per questo che le organizzazioni coinvolte chiedono: “una politica europea nuova ed originale sulle migrazioni con la costituzione di una agenzia europea per le migrazioni; l’attivazione urgente di un’azione europea per arrivare alla stabilizzazione della Libia, attraverso la formazione di un governo di unità nazionale; va ricordato infatti che qualora venisse inviata una forza di peace keeping essa potrebbe operare solo con il consenso di un governo locale nel rispetto del diritto internazionale; di intercettare i flussi prima che arrivino i profughi, attraverso la costituzione di corridoi umanitari e uffici riconosciuti dall’Onuche diano visti umanitari in Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria e, laddove è necessario, il conferimento dello status di rifugiato politico da parte dell’Ue modificando l’accordo di Dublino”.

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