Piano strutturale, il percorso di partecipazione alla biennale dello spazio pubblico

L’esperienza del percorso di partecipazione Verso il Piano Strutturale di Lucca è stata condivisa a Roma, alla biennale dello spazio pubblico che si è tenuta dal 21 al 23 maggio. Organizzata dall’Istituto nazionale di urbanistica e dal consiglio nazionale degli architetti pianificatori paesaggisti conservatori, la manifestazione vanta un ricco programma di laboratori e seminari capaci di mettere a confronto sia le buone pratiche sia le criticità che le molte realtà locali incontrano nei processi di decisioni condivise con al centro il territorio, i suoi luoghi identitari, gli spazi da recuperare con funzioni pubbliche. Luoghi, soggetti e tempi, ma anche le ragioni e gli strumenti che sono stati messi in campo nel percorso Verso il piano strutturale hanno convinto la commissione dell’Inu che quello che è avvenuto a Lucca meritava attenzione tanto che farà parte della pubblicazione multimediale “Raccolta ragionata di metodi, strumenti ed esperienze di progettazione e pianificazione partecipata”.

L’ingegnere Michela Guidi, che insieme all’architetto Rosaria Tartarico ha guidato e facilitato prima il laboratorio di scala urbana al Real Collegio e poi quelli sui territori e gli approfondimenti successivi, ha portato il caso di Lucca all’ex mattatoio di Roma, sede della biennale dello spazio pubblico Lavorando per gruppi, con la tecnica della creativity room, il laboratorio Gestione partecipata dei beni comuni e sharing economy è stato finalizzato alla definizione di strategie concrete che possano divenire modello per l’applicazione della Carta della Partecipazione.
L’esperienza lucchese è stata condivisa al tavolo tematico intitolato Concorsi e laboratori di progettazione partecipata: un momento di lavoro con l’intento di fare sintesi delle migliori esperienze di tutta Italia. Lucca, che non ha tradizione specifica in questo settore (tranne l’esperienza iniziata negli anni Novanta del laboratorio di urbanistica partecipata insieme al professor Caponetto e all’Università di Firenze), ha dimostrato comunque capacità di visione e creatività, confermandosi terreno fertile per seminare cultura del territorio. Presto l’amministrazione restituirà ai cittadini il risultato del percorso, che è stato intenso e stimolante.

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