Critiche all’Asl per il compleanno del San Luca

La sanità locale non ha bisogno di festeggiamenti ma di investimenti. All’indomani del corteo di protesta in città e della festa per il primo compleanno del San Luca (Leggi) si levano le voci di alcuni aderenti alla manifestazione (Leggi), tra cui Fratelli d’Italia, con il segretario comunale Marco Santi Guerrieri, e Gianluca Mascagni, dell’Associazione Per non morire. Il segretario Fdi, ieri presente al corteo, critica l’Asl. “Mentre per le vie cittadine i comitati – dice – sfilano denunciando il degrado e lo smantellamento della sanità pubblica nella provincia di Lucca, all’ospedale San Lucca sotto la supervisione del direttore della Asl 2 si è pensato bene di festeggiare il primo anno di vita del pupo sanitario. Oltre ad essere di per sé aberrante il fatto di organizzare un “compleanno” per una struttura sanitaria, i manager di riferimento hanno pensato bene di non farsi mancare niente mettendo in piedi una vera e propria operazione di marketing a tutti gli effetti, con l’intento di dare lustro alla struttura ospedaliera nascondendo ad arte la reale situazione di un nosocomio incapace di stare al passo con le esigenze della popolazione , già pieno di acciacchi e che , senza contare la discutibile gestione del personale e della logistica interna da terzo mondo, ha pensato bene tramite i suoi dirigenti di festeggiare il fallimento facendo le cose in grande”.

“Infatti – aggiunge – assieme al direttore Joseph Polimeni c’erano tutte le personalità locali accompagnate dallo stato maggiore del Partito Democratico toscano, c’erano tutti, proprio tutti , ovviamente al netto della la popolazione cittadina che incazzata se ne stava per le vie cittadine a protestare”. Il segretario comunale di Fdi-An Santi Guerrieri senza giri di parole attacca con decisione . “Dopo gli allagamenti, gli elicotteri spazzategole, la viabilità da urlo, i parcheggi mangiasoldi, la riduzione del personale, la mancanza di posti letto, tempistiche per una visita tiroidea di ben 466 giorni, il direttore della Asl 2 Joseph Polimeni e gran parte della compagine presente hanno avuto l’ennesima occasione di raccontarla a modo loro asserendo ‘un anno quello del 2015 splendido, ricco di soddisfazioni con i trend degli indicatori principali dell’azienda in crescita’”. “Siamo alla frutta – conclude Guerrieri -, come se non bastasse le comiche continueranno con il protrarsi della kermesse messa in piedi tra mostre fotografiche e rinfreschi che si concluderanno intorno al 15 di luglio ovviamente a spese della nostra “gloriosa” azienda sanitaria e di tutti i cittadini contribuenti”.
Guerrieri ricorda inoltre che la creazione dell’area vasta, “un mostro territoriale che spalmerà sulla sanità locale anche i debiti milionari della Asl di Massa, pregiudicherà ulteriormente il servizio sanitario nel suo complesso – sostiene – per questo la segreteria comunale di Fratelli d’Italia si annuncia determinata a sostenere le lotte dei comitati cittadini portando nelle piazze di Lucca ma anche di tutta la Provincia con azioni di denuncia e presidi a tema”.
E proprio sulla riorganizzazione del servizio sanitario regionale si esprime l’Associazione Per non morire, che chiede l’apertura di “un dibattito pubblico di vero interesse verso un settore che, purtroppo e fino a prova contraria, quello della sanità è, forse, il più delicato e doloroso della vita di ognuno di noi. Vogliamo innanzitutto sottolineare – scrive Gianluca Mascagni nell’area commenti di Lucca in Diretta – che, se, nell’ambito di un sistema sanitario, non si focalizzano gli sforzi verso una rinnovata cultura del personale, ogni tentativo di tappare i buchi per mancanza di professionalità e di numero di dipendenti risulterà, per noi, sempre vana e poco credibile. Evidenziamo alcuni aspetti di ordine generale che, ogni giorno, sono alla base di una difficile identificazione del personale medico, paramedico ed amministrativo nel lavoro presso le strutture dell’Asl 2. Esiste una difficoltà evidente ad incentivare il personale in ordine economico e psichico e creare una maggiore efficienza, in quanto, per noi, l’espressione efficienza del servizio sanitario è ambigua e fallace. Non vi è, realmente, un sistema di monitoraggio sia della spesa che dei risultati, in quanto non vi sono delle regole stabilite e condivise se non quelle legate al risparmio che, è per noi palese, ad oggi è l’obiettivo primario di ogni azienda sanitaria. Nella difficoltà di fare comprendere al personale tutto, ed in particolare modo a quello dirigente, di essere parte integrante di una organizzazione con finalità non personali ma di efficienza globale e che, l’azione, deve rispettare regole e leggi, in primis l’articolo 32 della Costituzione Italiana. Difficile il rapporto con il quotidiano ed un comportamento virtuoso, infatti grazie a parametri contrattuali, alcune voci sulla valutazione del singolo soggetto lavoratore sono totalmente assenti, e la performance, viene raggiunta o meglio, deve essere raggiunta, sotto lo scacco di un nebuloso interesse al risparmio. Pertanto, concludendo la parte filosofica del nostro ragionamento vogliamo profilare che l’efficienza e la qualità dei servizi sanitari erogati alla popolazione non dipendono in maniera diretta da modelli, ogni paradigma può essere gestito bene o male, ma piuttosto i fattori determinanti sono, per noi di altro genere, quali: la responsabilità personale, la verifica dei risultati, la considerazione del contesto, la fluidità delle relazioni gerarchiche. Per quanto riguarda il risparmio, nell’accorpare 12 Asl  in tre, nel ridimensionare i servizi e via dicendo, vogliamo solo evidenziare i dati economici della nostra Regione e, ovviamente, lasciare a chi legge l’interpretazione dei numeri analitici ed asettici. Il budget della Regione Toscana nel 2014 è stato di 8 miliardi e 994 milioni di euro. Di questi 7 miliardi e 884 milioni di euro, ovvero il 75 per cento del bilancio, solo per gestire la sanità con i suoi 51460 operatori. La Regione ha speso per i nuovi 4 ospedali 421 milioni 892 mila e 892 euro, con il contributo del privato pari a 72 milioni di euro, il 25 per cento. Con il contratto tra il pubblico ed il privato, gestore dei servizi non sanitari per i 19 anni decisi, si avrà un esborso di circa 66 milioni di euro annui verso il projet financing, che diviso 4 determina esattamente, per ogni Asl 16 milioni e 500 mila euro. Quindi in sintesi, il privato nei 19 anni di attività con il pubblico, intascherà, a fronte degli iniziali 72 milioni di euro investiti la cifra di 1252 milioni di euro Pertanto, la nostra opinione è, quella ribadita in altri ambiti e da altri soggetti, e cioè che, i tagli si possono fare laddove il denaro esiste, in un ambito di un risparmio che, se pur legittimo, addiviene da una strategia studiata a tavolino e, come quasi sempre accade, sulle spalle dei più deboli”.

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