Governare Lucca: S. Luca senza permessi e con costi d’oro

“L’appalto dei quattro ospedali di Lucca, Pistoia, Prato e Massa? E’ il nostro piccolo Mose”: il consigliere comunale di Governare Lucca Piero Angelini torna all’attacco sulla vicenda che riguarda il San Luca e lo fa, come di consueto, producendo una documentazione voluminosa e dettagliata. I costi di realizzazione e, ora, di gestione dell’ospedale San Luca sono lievitati: e Governare Lucca non ci sta. E a pochi giorni dal consiglio comunale in cui si è dibattuto dell’argomento (Leggi) torna alla carica, snocciolando numeri e passaggi che hanno portato secondo il gruppo politico alla situazione attuale.

Piero Angelini, affiancato da Pier Paolo Donnarumma e Luigi Stefani, torna a sostenere con forza quanto in più sedi aveva già segnalato, chiedendo allo stesso sindaco Alessandro Tambellini di far valere gli atti del caso con l’Asl e quindi con la Regione: ovvero che l’ospedale “è stato realizzato in assenza di permesso a costruire”. “Forti di un tale diritto nei confronti di Asl e Regione, potremmo, a mio avviso – spiega Angelini -, trattare per Campo di Marte da posizioni di forza”.
Dietro al banco degli imputati, per un business che secondo il consigliere comunale si colloca tra 1,2 e 1, 5 miliardi, finiscono anzitutto i “conti d’oro” di Astaldi, principale attore nelle gestione del nuovo ospedale lucchese e capace di rivestire un ruolo centrale anche in relazione al Mose e all’ospedale di Mestre (dove già si erano registrati problemi analoghi a quelli emersi per la gestione del Sior, denuncia Angelini), i costi dell’opera, quelli di gestione e, inevitabilmente, il nodo del permesso a costruire. Il consigliere ne ha una per tutti: “L’ex sindaco Favilla poteva bloccare tutto appellandosi alla mancanza di quest’ultimo – spiega Angelini – ma non l’ha fatto, perché ha ricevuto in cambio contropartite politiche. Tambellini? Lo interrogo su questo punto da oltre un anno, ma non risponde, per cui dovrò procedere per altra via, perché lui non tornerà mai indietro, anche se farebbe bene, dal momento che la responsabilità iniziale non è nemmeno sua. Fazzi? Ormai fa coppia fissa con il sindaco, non so cosa gli sia successo”.
L’ex senatore, da giurista consumato, utilizza un precedente ingombrante per introdurre una riflessione lunga e articolata: “Astaldi ha avuto un ruolo centrale nella vicenda Mose e anche in relazione all’ospedale di Mestre – osserva – sono emerse vicende che avrebbero dovuto indurre alla prudenza, ma così non è stato. Però mentre i dati di Mestre sono pubblici quelli del Sior sono tenuti segreti: manca totalmente la trasparenza”.
Poi Angelini si sofferma a lungo sui costi dell’opera di costruzione dei quattro ospedali, producendo documenti che definisce in gran parte mai letti ed evidenziando una forbice enorme tra l’anno 2005 (primo piano finanziario) e 2014 (ultimo piano finanziario): “Nell’accordo di programma del 2005 si prevedeva un costo totale dell’opera pari a 352,286 milioni (84,286 per Lucca) – spiega – finanziati per 169,111 milioni dallo Stato (41,373 per Lucca), per 95,500 milioni da dimissioni Usl e per 88,675 milioni da privati (20,333 per Lucca). In particolare la quota dei privati, secondo la delibera 202 del 2002 del consiglio regionale, non doveva superare il 25% del fabbisogno finanziario: un limite posto per evitare un aumento spropositato delle tariffe per i servizi, che nella finanza di progetto servono a rimborsare capitale (e interessi) messo a disposizione dei privati. Peccato che nella deliberazione del Sior numero 95 del 17 novembre 2014 che ha approvato definitivamente il Pef per il progetto ‘Nuovi ospedali’ si certifica che il maggior costo dell’intervento è di 375,598 milioni: un costo più che raddoppiato, certamente un’anomalia per la finanza di progetto”.
Ma come hanno fatto i costi a lievitare in questo modo? “Nel 2014 – sostiene Angelini – sono emersi 96 milioni di euro di costi aggiuntivi – prosegue il consigliere – che sommati agli 86 già previsti (e corrispondenti al 25% del finanziamento da parte del privato) hanno più che raddoppiato la spesa per il San Luca”. Angelini ricorda che il progetto complessivo dei quattro ospedali poteva essere ultimato con 304 milioni di euro, come da accordi con il consorzio Toscana Salute, vincitore del bando di gara. “Poi però Astaldi ha esercitato il suo diritto di prelazione – afferma – piegando l’appalto alle sue esigenze con la compiacenza del Sior. Fermo restando il contributo pubblico stabilito da Cts, Astaldi è riuscito a farsi aumentare notevolmente e illegittimamente il contributo finanziario, passato da 88 milioni a 193, con il risultato che il costo dell’opera, inizialmente pari a 378 milioni di euro circa, saliva fino a 421 milioni”.
Poi c’è il capitolo dei costi di gestione. “Il raddoppio del contributo del privato ha determinato, evidentemente – spiega ancora Angelini -, un aumento consistente delle tariffe dei servizi da lui prestati; infatti la specificità del contratto di project financing consiste proprio nel fatto che la restituzione del capitale erogato dal privato con i relativi interessi viene assicurata dai ricavi proveniente dalle tariffe per i servizi concessi: da chiarire, dunque, il perché, nel quadro economico e finanziario del 2007,, quali costi dell’opera, 9.915.442,00 per costi associati alla operazione di project financing e 23.190.201,00 per oneri finanziari su project financing, per un totale di 33.105.643 di euro: cifre riportate per Lucca nella misura di 12.550.611. Si tratta di rimborsi straordinari e anomali per le regole corrette della finanza di progetto, che è necessario chiarire”.
L’ultimo caso, ma certo non il meno importante (anzi cronologicamente il primo della fila) denunciato da Angelini riguarda la nota vicenda dei permessi a costruire. “Si tratta di un’altra grave anomalia – afferma il consigliere – da me segnalata inutilmente a Tambellini dal lontano maggio 2014”. Qui, secondo Angelini, siamo in presenza di un altro comportamento illegittimo: “La Conferenza dei servizi – ricorda – convocata dal direttore Tavanti, invece che dal Sindaco di Lucca, dopo la seconda riunione dell’8 agosto 2008, veniva conclusa con la delibera 566, del 13 agosto 2008, dallo stesso Tavanti, il quale dichiarava non solo di ritenerla conclusa con esito favorevole, ma deduceva che questa sua decisione equivalesse al rilascio del permesso a costruire per l’ospedale”. Una forzatura evidente per Angelini, perché il progetto definitivo viene poi approvato soltanto il 13 ottobre 2008. “Evidentemente, non si poteva dare alcun permesso a costruire in mancanza del progetto – evidenzia – la debolezza della decisione del dr. Tavanti è del resto messa in luce dal fatto, che per la varianti in corso d’opera , approvate successivamente dalla Conferenza dei servizi, è stato sempre richiesto al Comune il permesso a costruire”. Un fatto, quest’ultimo, che per il consigliere sarebbe ulteriormente corroborato dal comportamento di alcuni membri dell’amministrazione: “C’era gente, come la dottoressa Del Porto – conclude Angelini – che aveva constatato l’anomalia di una tale situazione e aveva chiesto a Sindaco e superiori di chiarire una tale delicata vicenda. Il geom. Barsotti, poi, aveva chiesto al Dirigente del settore se, in mancanza di permessi a costruire, non fosse opportuni interrompere l’intervento; il silenzio di Favilla, che non utilizzava uno strumento decisivo per fermare l’opera è la prova della sua reale connivenza. Va poi ricordato che la dr. Manzione, su mandato della Del Porto, aveva certificato, in data 12 agosto 2009, cioè dopo oltre un anno dal presunto rilascio del permesso a costruire, che non c’era stato nessun inizio dei lavori e dunque, ammesso per assurdo che si convenisse che la conferenza dei servizi avesse rilasciato il permesso a costruire, esso sarebbe però decaduto per decorso dei termini, come previsto dalla legge”.

 

Paolo Lazzari

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