Assistenza domiciliare, legittimo l’affidamento

Il servizio di assistenza domiciliare diretta del Comune deve restare al Consorzio Costa Toscana, che se l’era aggiudicato partecipando alla gara pubblica. E’ l’esito della sentenza dei giudici del Consiglio di Stato sul ricorso presentato sia dal Consorzio Costa Toscana che dal Comune di Lucca, riuniti in un unico procedimento, per chiedere la riforma della sentenza del Tar di segno esattamente contrario (Leggi). In primo grado, infatti, i giudici amministrativi avevano dato ragione alla ricorrente, la Cooperativa Zenit che era arrivata seconda alla selezione pubblica. Ora, quel pronunciamento è stato annullato con la sentenza scritta il 19 gennaio scorso ma depositata soltanto oggi (6 febbraio). C’è da dire comunque che la cooperativa assegnataria aveva già ottenuto, con un’ordinanza cautelare, la sospensione degli effetti della sentenza di primo grado.

Ma ora l’affidamento si può dire a tutti gli effetti definitivo. Il Consiglio di Stato, infatti, ha per così dire “demolito” uno dei punti principali su cui ruotava il ricorso al Tar del consorzio Zenit e sulla base del quale i giudici avevano deciso di accogliere le tesi della ricorrente. In particolare, come avevano ricostruito i giudici del Tar sulla base dell’azione del consorzio escluso, nell’offerta tecnica della procura di era, era stato indicato un monte orario aggiuntivo di mille ore, rispetto a quello minimo richiesto di 23.400 ore. Tuttavia, nella scheda di dettaglio dell’offerta economica, alla voce “giustificazioni di prezzo”, con cui era specificata la composizione del prezzo in relazione al costo totale del personale, compariva il monte ore annuo di 23.400, anziché quello corrispondente all’offerta tecnica di mille ore più consistente.
Per i giudici del Consiglio di Stato, invece, “non è dubbio che nel caso in esame l’offerta presentata dall’appellante sia rimasta invariata, sia per quanto riguarda il corrispettivo, sia per quello che attiene al progetto con la miglioria delle 1000 ore aggiuntive. Le modifiche e le integrazioni hanno esclusivamente interessato le giustificazioni di prezzo, in base ad un criterio previsto dalla legge e costantemente affermato dalla giurisprudenza amministrativa. Tali giustificazioni, per giunta, sono state ritenute dalla stazione appaltante “congrue e non contraddittorie”. Il Consiglio di Stato sostiene inoltre che la materia non è di competenza del giudice amministrativo: “Il giudizio sull’anomalia delle offerte presentate in una pubblica gara di appalto – si legge infatti nel dispositivo di sentenza -, è un giudizio ampiamente discrezionale, espressione paradigmatica di discrezionalità tecnica, sindacabile solo in caso di manifesta e macroscopica erroneità e irragionevolezza. Il giudice amministrativo può sindacare le valutazioni della pubblica amministrazione ma non può procedere ad un’autonoma verifica della congruità dell’offerta e delle sue singole voci, il che costituirebbe un’indebita invasione della sfera propria dell’amministrazione. In particolare per quanto attiene alla composizione dell’offerta, a seguito delle giustificazioni rese dal concorrente, Consorzio Costa Toscana, si ritiene che, contrariamente a quanto affermato nella sentenza impugnata, non spetti al giudice amministrativo, in assenza di un’espressa valutazione in tal senso della stazione appaltante che, peraltro, nulla aveva eccepito su tale composizione, verificarne il contenuto al fine d’inferirne l’alterazione o la modificazione dell’offerta originaria. Tale valutazione tecnica è infatti riservata all’amministrazione e solo dopo che sia stata espressa, essa può essere assoggettata al sindacato giurisdizionale per macroscopiche illegittimità connesse a gravi errori e palesi illogicità”.
La gara da un milione e 509mila e 300 euro (importo a base d’asta) per un periodo di 36 mesi, con possibilità di rinnovo di altri due anni, era stata indetta il 27 maggio scorso da Palazzo Orsetti ed era stata assegnata con il metodo dell’offerta economica. Arrivato il momento dell’apertura delle buste dei tre soggetti che avevano partecipato alla gara, la commissione aveva assegnato il massimo del punteggio al Consorzio Costa Toscana. Fino all’aggiudicazione definitiva e alla stipula del contratto nel marzo scorso. Ma poi era scattata la guerra delle carte bollate che si è conclusa al Consiglio di Stato.

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