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Chiurli (Democrazia Diretta): “Bene dismettere le partecipate regionali, peccato che si continuino ad acquistare quote”

“Dismettere le partecipate regionali per recuperare risorse? Ottima idea, peccato che il presidente Rossi abbia fatto tutto l’opposto negli ultimi 5 anni”. Così il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) commenta le intenzioni del presidente della Regione Toscana di disfarsi di quasi tutte le partecipazioni societarie per fare fronte ai tagli annunciati dal governo. “Nonostante gli slogan da campagna elettorale, nel corso dell’intera legislatura la Regione Toscana non solo non è riuscita a sbarazzarsi delle società non strategiche – dichiara il consigliere Chiurli – ma ha addirittura incrementato il proprio portafoglio azionario. Basti pensare ad AdF, in cui abbiamo investito 5 milioni di euro di soldi pubblici per poi regalare il sistema aeroportuale toscano a Corporacion America”.

“Ma questa – incalza Chiurli – è solo l’ultima operazione della lista. Sono una ventina le partecipazioni detenute, tra cui anche un golf club: una su quattro è stata costretta a ricapitalizzare per salvarsi nello scorso esercizio, per complessivi 24 milioni di euro. Il risultato è stato comunque in perdita per la Regione Toscana: circa un milione di euro lo scorso anno, oltre 5 milioni nell’esercizio precedente”.
“Solo l’asta per la quota dell’Autocamionabile della Cisa è andata a buon fine – aggiunge il consigliere – fruttando ben 7.800 euro alla Regione Toscana. In altri casi la quota regionale è addirittura aumentata: per Terme di Chianciano Immobiliare Spa ad esempio. Ma abbiamo promesso 6 milioni di euro anche alle Terme di Montecatini e altrettanti ad Arezzo Fiere”.
“La Regione – continua Chiurli – partecipa inoltre a 47 organismi in ambito agricolo tra cooperative e consorzi e a 24 fondazioni, di cui 7 in perdita. Per citarne alcune: l’Orchestra regionale toscana, il Maggio musicale fiorentino, la Fondazione Mps”. “Ma certo il presidente Rossi ci ha provato a vendere alcune di queste società. Solo che le aste sono andate tutte deserte e neanche gli altri soci ne hanno voluto sapere di acquistare il pacchetto regionale. Difficile pensare che qualcuno abbia intenzione di acquistare adesso, più facile pensare all’ennesima trovata elettorale – conclude Chiurli – mentre si rifila il vero pacco a 5.000 dipendenti regionali, prepensionati per far contento il premier”.

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