“Nello schema del decreto attuativo del Jobs Act, gli articoli sul collocamento mirato di fatto stravolgono lo spirito con cui la legge 68/99 era stata emanata”. Così Cgil Toscana che parla di discriminazione del lavoro dei disabili: “In particolare – spiega il sindacato – all’articolo 6 si modifica la modalità di assunzione dei disabili, introducendo la chiamata nominativa al 100 per cento. Attualmente, per le aziende con oltre 50 dipendenti, la norma stabilisce il 60 per cento nominativo e il 40 per cento dalle graduatorie dei Centri per l’impiego. Le aziende quindi potranno scegliere il disabile più appetibile, relegando di fatto gli altri in una sorta di ghetto. Guardiamo con particolare preoccupazione i disabili intellettivi e motori gravi, per i quali invece sarebbero necessari maggiori attenzioni. Infatti, se seguiti correttamente, con percorsi formativi adeguati e modiche strutturali alle postazioni lavorative, potrebbero inserirsi nel mondo del lavoro creando quel valore aggiunto che viene loro sempre riconosciuto”.
“La Camera del Lavoro di Firenze chiede con la segretaria Carla Bonora e Alessio Focardi dell’Ufficio Disabili – chiude la nota – che vengano accolte le richieste di modifica a quanto sopra descritto, che siano rafforzati e valorizzati i servizi per il collocamento mirato dei Centri per l’Impiego e che si faccia rispettare la normativa vigente a partire dalle assunzioni/sanzioni sia alle aziende private che agli enti pubblici ad oggi inadempienti”.