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Aumenta il il numero dei minori in affido, soprattutto stranieri

Cresce il numero dei minori in affido, soprattutto stranieri. Attraverso le elaborazioni del Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, in Toscana si contano ( dati aggiornati al 31 dicembre 2014) 1.204 bambini in affidamento familiare, di cui 814 italiani e 390 stranieri, e tra quest’ultimi 100 sono minori non accompagnati. Nel triennio 2012-2014 il fenomeno segna un aumento del 6% dovuto principalmente all’aumento degli affidamenti di minori stranieri, che al netto dei minori stranieri non accompagnati, passano da 239 a 260 per un incremento percentuale del 21%.

Rapportando il numero di minori in affidamento familiare alla popolazione minorile di riferimento si ottiene, nel periodo 2012-2014, un tasso medio annuo di 2 minori in affido ogni 1.000 residenti della stessa età, che è tra i più alti registrati in Italia, inferiore solo alla Liguria e pari del Piemonte, a fronte di in valore medio nazionale di 1,4. Sono alcuni dei dati presentati alla vigilia della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Per quanto riguarda le accoglienze in struttura residenziale e il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, sempre secondo i dati forniti dal Centro regionale al 31 dicembre 2014, in Toscana, si contano 792 bambini e ragazzi in carico ai servizi sociali territoriali che sono stati collocati in una struttura residenziale per minori, di cui 374 stranieri che comprendono 219 minori stranieri non accompagnati. Gli stranieri sul totale delle accoglienze sono il 47%, mentre i non accompagnati sono il 59% degli stessi stranieri.
 Nel triennio 2012-2014 questo tipo di accoglienza segna un incremento del 36% che interessa, in misure diverse, sia gli italiani che gli stranieri. I primi passano da 343 a 418 con un incremento percentuale del 22%, i secondi, al netto dei non accompagnati passano invece da 134 a 155 per un incremento percentuale del 17%. Chi invece cresce in maniera esponenziale sono i minori stranieri non accompagnati che in tre anni sono saliti da 107 a 219, +105%.
“Dati positivi e buone pratiche. Penso che si possa sintetizzare così quanto si registra in Toscana sul fronte delle politiche sociali per bambini e adolescenti. La Regione Toscana del resto ha fortemente investito nelle qualificazione e nello sviluppo del proprio sistema di servizi per l’accoglienza di bambini e ragazzi, tra cui il gruppo in crescita di minori stranieri non accompagnati coinvolti nell’emergenza sbarchi”. ha commentato l’assessore regionale Stefania Saccardi  Il sistema di servizi per l’accoglienza si basa su iniziative coordinate assunte di recente. Tra queste si segnala l’approvazione di quindici progetti innovativi di accoglienza (per un totale di 110 posti). Si tratta di Appartamenti per l’autonomia, soluzioni destinate a adolescenti nella fascia di età 16-18 anni e neomaggiorenni, rivolte in modo specifico ad accogliere i minori stranieri non accompagnati rientranti nella stragrande maggioranza dei casi in tale fascia di età.
Intanto sono stati resi noti i primi risultati di Essere ragazze e ragazzi in Toscana ricerca campionaria realizzata dal Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, le cui attività sono gestite dall’Istituto degli Innocenti, realizzata nei primi sei mesi dell’anno, intervistando oltre 10mila giovani tra 11 e 17 anni, con il coinvolgimento di circa 250 scuole tra secondarie di primo e secondo grado. I primi risultati della ricerca sugli stili di vita degli adolescenti in Toscana tratteggiano il profilo di ragazzi inseriti in reti relazionali estese e rassicuranti. Circa l’80% parla di una rete composta da vari amici, senza differenze tra preadolescenti e adolescenti, né tra maschi e femmine. Una qualche differenza, invece, la rileviamo quando distinguiamo tra gli adolescenti nati in Italia e nati all’estero. Qui la percentuale di ragazzi che dichiara di avere diversi amici a cui si sente vicino scende dal 82% di quelli nati in Italia al 70% dei nati all’estero. Probabilmente più importante è che il 6% di essi dichiara di non avere alcun amico (gli adolescenti nati in Italia che non hanno amici sono l’1,3%), lasciando intravedere, specie per i più grandi, una maggiore difficoltà di inserimento e un lavoro ancora da svolgere per assicurare una più completa inclusione nelle diverse sfere. Ad ogni modo, che siano diversi amici, pochi o anche uno solo, tutti i ragazzi (con una percentuale pari al 95%) dichiarano di essere ampiamente soddisfatti di questi rapporti.

Anche per quanto riguarda le relazioni familiari, gli studenti intervistati si dichiarano globalmente soddisfatti, con un lieve peggioramento per gli adolescenti, ma che comunque hanno in larga parte (intorno al 90%) un rapporto positivo con i genitori. Quando vivono delle preoccupazioni importanti, i ragazzi toscani parlano più volentieri con la madre che con il padre. Questo è vero soprattutto per le ragazze che trovano difficile parlare di alcune questioni con il padre nel 48% dei casi contro il 29% dei ragazzi.  Le risposte configurano tendenze che confermano che c’è una maggiore vicinanza con i genitori dello stesso sesso, soprattutto quando si tratti di affrontare tematiche sessuali.
Tuttavia, i risultati raccontano di ragazze generalmente più conflittuali nel rapporto con entrambi i genitori, dichiarando in misura maggiore occasioni di disaccordo, ma, come contraltare, asseriscono che i genitori, specie la madre, le sostengono e confortano nelle diverse situazioni – questo vale anche per i ragazzi ma in misura più contenuta. Infine, la netta maggioranza dei ragazzi, indipendentemente dal sesso e con alcune differenze dovute all’età, dichiarano che i genitori lasciano loro la possibilità di scegliere la propria strada.

Per quanto riguarda la fiducia nelle istituzioni, si riscontra un clima generale di sfiducia, accentuato nelle fasce adolescenziali e tra gli adolescenti nati all’estero. Questi ultimi, infatti, su tutti gli aspetti si mostrano più critici dei ragazzi nati in Italia.

In generale, le istituzioni che soffrono maggiormente sono i politici e i partiti che, tra gli adolescenti, non raggiungono nemmeno il 10% dei consensi, seguiti da magistrati e sindacalisti. Qualche spiraglio si intravvede quando parliamo di istituzioni che in qualche modo riguardano la vita quotidiana di questi ragazzi e dunque, ad esempio, gli insegnanti che superano quote del 70% di fiducia tra i preadolescenti per scendere a poco oltre il 50% negli adolescenti – quota che comunque è al secondo posto, dopo gli scienziati e al pari delle forze dell’ordine. Lievemente diversa è la “classifica” stilata dai preadolescenti che rimangono piuttosto critici rispetto a partiti, politici, magistrati, sindacalisti, ma si mostrano più ottimisti rispetto ad esempio alla Regione Toscana, alla Chiesa, ai giornali e alla televisione. Rimane forte e indiscussa la fiducia negli scienziati, che rinvia da un lato, a un percorso di miglioramento delle condizioni di vita sotto tutti i punti di vista, dall’altro a una istituzione dove i margini di manovra sono incanalati nelle regole e nei canoni della scienza che nell’immaginario collettivo sono prefissati e oggettivi e dove è concesso minore spazio alla discrezionalità dei singoli.

Le corrette abitudine alimentari, tre pasti al giorno e una dieta adeguatamente variata, sono più diffuse tra i ragazzi delle secondarie di secondo grado rispetto a quelli che frequentano le secondarie di primo grado. Particolarmente penalizzati nel consumo di tre pasti al giorno risultano i preadolescenti nati all’estero: il 15% a fronte del 7% dei nati in Italia alla secondaria di primo grado; il 16% a fronte del 5% dei nati in Italia alla secondaria di secondo grado. Nessuna significativa differenza si rileva tra i generi.

La disponibilità di quanto necessario per fruire di un tempo di gioco e svago di qualità risulta su incidenze analoghe tra i preadolescenti e i ragazzi delle secondarie di secondo grado. Tra i generi emerge un forte squilibrio nell’accesso ai libri adatti all’età, ne restano esclusi poco meno del 30% dei maschi a fronte di poco più del 15% delle femmine. Anche in questo ambito i nati all’estero sono svantaggiati, con un picco nella frequenza di attività ricreative regolari precluse al 40% degli stessi contro il 20% dei nati in Italia.

Le condizioni per studiare con profitto, un posto tranquillo dove studiare e l’accesso a internet, riguardano oltre il 90% dei preadolescenti e degli adolescenti senza distinzione di genere. Ancora una volta incidenze doppie di mancato accesso alla fruizione si rilevano tra i preadolescenti e gli adolescenti nati all’estero. Non emergono differenze tra i ragazzi frequentanti il primo e il secondo grado nella disponibilità di beni di uso personale quali indumenti nuovi e scarpe della giusta misura, con un valore complessivo del 5%. Incidenze che anche in questo caso si collocano tra il 15 e il 20% tra i nati all’estero. 
Infine, rispetto all’opportunità di vivere eventi più o meno quotidiani, quali invitare amici a casa, celebrare occasioni speciali, fare una settimana di vacanza all’anno riguardano proporzioni analoghe di preadolescenti e adolescenti, sebbene sull’ultima voce l’incidenza di mancato accesso risulti doppia e prossima al 20% degli stessi. Anche in questo caso, non rilevando sostanziali differenze di genere, le principali si concentrano sui nati all’estero, in particolar modo sulla impossibilità di invitare amici a casa con valori del 20% a fronte del 5% dei nati in Italia alle secondarie di primo grado e del 25% a fronte del 5% dei nati in Italia alle secondarie di secondo grado.

I dati sin qui visionati sulle opportunità di fruizione di beni e servizi da parte dei preadolescenti e adolescenti che vivono in Toscana collimano con quanto rilevato sull’incidenza di povertà minorile che, per quanto in crescita, risulta nella nostra regione (12%) decisamente più basso del valore medio nazionale pari al 19%.

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