Sanità, Tortelli: “No a chiusura 118 a Piazza al Serchio”

Servizi sanitari in Garfagnana: Sergio Tortelli, segretario Spi-Cgil Alta Garfagnana, lancia l’allarme. Dopo la preoccupazione dovuta al trasferimento della dialisi dall’ospedale di Castelnuovo, Tortelli annuncia che c’è un progetto per “chiudere il servizio di 118 a Piazza al Serchio”.

“Dopo ben quattro mesi dalla formale richiesta di poter prendere visione del fantomatico accordo a cui fa riferimento l’azienda sanitaria Toscana Nord-Ovest – commenta Sergio Tortelli -, in un articolo in merito al trasferimento del servizio di dialisi dall’ospedale di Castelnuovo ad altra struttura notoriamente non abilitata, riceviamo una semplice nota dell’Unione dei Comuni in cui si afferma che la competenza in materia di sanità è della conferenza dei sindaci. Purtroppo, malgrado i tempi previsti dalla legge Bassanini siano abbondantemente scaduti, la conferenza dei sindaci alla quale fu in contemporanea inviata identica richiesta ancora nulla ci è pervenuto”.
“Prima di passare la pratica al nostro ufficio legale – prosegue – permetteteci di esprimere l’amarezza e lo sconforto che stiamo provando per il mancato rispetto delle più elementari procedure e il più elementare dovere civico, di onorare le leggi che regolano i rapporti fra enti locali e cittadini singoli o associati. Ovviamente un accordo debitamente deliberato dall’Unione dei Comuni o dalla stessa conferenza dei sindaci essenziale per chiedere finanziamenti o quant’altro per la realizzazione di un’opera dovrà pur esserci. Solo questo abbiamo chiesto, solo di questo vogliamo prendere visione. Nel frattempo l’azienda sanitaria a cui facciamo riferimento ci risulta da fonti attendibili stia progettando di chiudere il servizio di 118 a Piazza al Serchio, che opera prevalentemente su tutto il territorio dell’alta Garfagnana. Così si toglie un altro pezzo di servizio sanitario territoriale, aggravando il pronto soccorso di Castelnuovo, già incredibilmente sovraffollato”. “Lanciamo quindi questo ulteriore grido di allarme – conclude – affinché i sindaci si sveglino dal loro torpore”.

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