Fusione, il fronte del no: “Bene lo stop a Villa di Castiglione”

Per loro è una vittoria e un segnale forte di stop alle fusioni dei comuni. Il comitato per l’attuazione della Costituzione Valle del Serchio, e i gruppi consiliari Innovarsi per Castiglione e Il Comune in comune di Villa Collemandina, esprimono infatti la loro “viva soddisfazione per l’esito del referendum sulla proposta di fusione”. “I cittadini con il loro voto, con la partecipazione alle assemblee, con il loro contributo di idee e lavoro sul territorio – sottolineano in una nota -, hanno consentito questo importante risultato che impedisce una fusione che, secondo noi, sarebbe stata un grave errore, per tutta una serie di motivi che non stiamo qui a ripetere ma che abbiamo ampiamente illustrato nel corso della campagna elettorale. E’ stata una contesa complessa e difficile, che ha visto le parti in campo confrontarsi in maniera articolata, corretta, civile e democratica”.

“Dispiace – si legge ancora nella nota – che il sindaco di Castiglione Garfagnana, del quale comprendiamo l’amarezza, accusi i sostenitori del no di aver dato al referendum una connotazione politica. Ebbene sì, lo dobbiamo ammettere: nei nostri incontri con la popolazione abbiamo anche parlato di politica, di come lo Stato stia disattendendo i propri impegni costituzionali, del rifiuto delle logiche dei tagli agli enti locali ed allo stato sociale, della necessità di rivedere la legge regionale sulle fusioni per rendere più vincolanti i percorsi partecipativi ed informativi precedenti l’indizione del referendum; della necessità di aprire un fronte per rivendicare la giusta attenzione ai Comuni  montani in maniera adeguata e continuativa, non per un numero limitato di anni in cambio della rinuncia alla loro identità ed al senso di appartenenza dei cittadini alla loro comunità; etc. etc.  Indubbiamente temi politici, nel senso nobile del termine. Qualcuno pensava forse che nel referendum sulla fusione di due Comuni non si dovesse parlare di politica? E’ vero, ora manca la parola finale della Regione, ma questa non potrà che esprimersi in coerenza con la risoluzione 39 del 6 aprile 2016, laddove è previsto, nel caso in cui abbia prevalso il no in un Comune, una maggioranza complessiva dei 2/3 dei votanti per poter approvare la fusione. Ci sembra utile ribadire – aggiungono  – che si ripete lo stesso schema della precedente proposta di Appennino in Garfagnana: a Castiglione ha vinto il no, la maggioranza dei 2/3 di favorevoli non è stata raggiunta; pertanto non vi sono margini di dubbio ed il Consiglio Regionale non potrà che respingere la proposta di fusione. Il Comitato per l’Attuazione della Costituzione rivendica con forza il contributo politico esercitato in questi referendum, portando all’attenzione ed alla riflessione dei cittadini aspetti che, visti gli esiti, sono stati ritenuti degni di considerazione. E’ giunto il momento, per i sindaci, i cittadini e tutte le forze in campo, di condurre una forte rivendicazione nei confronti della Regione e del Governo per invertire anni  di politiche di tagli, ottenere adeguati trasferimenti e  risorse per gli enti locali, in particolare per i Comuni di montagna, affinchè possano svolgere con dignità le funzioni loro conferite, così come previsto dalla Costituzione. Confidiamo che con questa ulteriore bocciatura si fermi lo stucchevole balletto delle fusioni dei Comuni, sbandierate come soluzione ai problemi del nostro territorio. C’è bisogno di concentrarsi, tutti, su altri temi: ad esempio la sanità pubblica in Valle del Serchio, il lavoro, la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini”.

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