Aggressione Del Prete, cronaca di un evento annunciato

Ma davvero qualcuno ha pensato che non sarebbe successo? Che il caso di David Del Prete, consigliere comunale di Porcari, prima insultato e poi aggredito per motivi politici, sia soltanto un caso?
Il clima, purtroppo, è chiaro da tempo, senza fare distinzioni per opinioni o convinzioni politiche. Da una campagna elettorale che, in provincia di Lucca, ha mostrato i lati peggiori del dibattito politico, al dilagare di gruppi e di pagine Facebook (e purtroppo non solo), che tendono a far emergere il peggio degli istinti umani in un mezzo che già per sua natura stimola alla ‘rabbia da tastiera’.

I segnali, purtroppo, c’erano tutti. Basti vedere la gran parte dei commenti delle notizie sui social network. A parte rare eccezioni è un proliferare di insulti. Che troppo spesso si trasformano in vere e proprie minacce. E non occorre scomodare casi nazionali come quelli denunciati dalla presidente della Camera, Laura Boldrini o, in altro ambito, il più recente caso che ha coinvolto l’attrice Asia Argento. Restando sul locale non passa giorno che le notizie di cronaca non vengano commentate con l’invito alla pena di morte, se non al ritorno di pagine di un nefasto passato, come le camere a gas o il rogo. Epiteti che non vengono destinati solo a delinquenti, criminali o presunti tali, ma anche semplicemente a coloro che ‘osano’ manifestare il proprio pensiero. Minacce di morte, o dei peggiori mali, sono arrivate per esempio agli esponenti politici che, lunedì scorso, hanno annunciato di aderire allo sciopero della fame per lo ius soli.
E allora non stupisce, purtroppo, che questo clima aggressivo e perennemente sopra le righe, mai incline a una riflessione costruttiva, possa portare qualcuno, peraltro per motivi futili quale l’estrazione di una lotteria di beneficenza, a passare dalle parole d’odio ai fatti. Dallo scritto ai pugni o agli schiaffi.
Una violenza, espressa peraltro da un uomo maturo nei confronti di un ragazzo pieno di voglia di fare, come David, che ha deciso di dedicare parte del proprio tempo alla politica davvero come dedizione alla comunità e non certo per tornaconto personale.
Violenza figlia di insoddisfazione, in un periodo di crisi economica che si associa a una profonda crisi di valori, che si estrinseca nel dare la colpa delle proprie miserie e delle proprie frustrazioni, sociali e personali, sempre all’altro, al diverso: che sia lo straniero o chi la pensa diversamente, chi ha un altro orientamento sessuale o politico, poco importa. Esistere in una comunità equivale sempre di più a dissentire, predicando il verbo della verità assoluta, possibilmente in maniera urlata. Una violenza che trova piena linfa da chi, quotidianamente, a questo substrato di vuoto morale e, spesso, culturale, indulge.
Nessuno stupore, insomma, se dalle parole si sia passati ai fatti. Sperando che si tratti di un caso isolato e sperando che David, dopo questo brutto episodio, non perda la propria passione e la voglia di fare per la comunità. Se così fosse sarebbe un ulteriore stimolo a continuare con le campagne di odio nei confronti dell’avversario politico (o dello straniero, o del ‘diverso’). E a chi queste campagne le fomenta senza misurare le parole, nascondendosi dietro le proprie convinzioni o attività politiche o dietro la maschera dei profili social.
Fino a quando la ‘bolla’ di autoassoluzione e di autoreferenzialità non si traduce in realtà.

Enrico Pace

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